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Coronavirus, pediatri Bergamo scoprono legame con malattia Kawasaki nei bimbi

Esperti Papa Giovanni XXIII: "In un mese i casi della patologia hanno eguagliato quelli degli ultimi 3 anni"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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28 aprile 2020 | 17.11
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I pediatri dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una delle strutture in prima linea contro l'emegenza coronavirus, svelano l'esistenza di un legame tra Covid-19 e malattia di Kawasaki, una vasculite che colpisce i bambini sotto i 10 anni, più spesso prima dei 5.

La causa di questa patologia, scoperta circa 50 anni fa, rimane ignota. Si pensa tuttavia che sia causata da un agente infettivo che, nei piccoli predisposti, provoca una risposta infiammatoria alla base dei sintomi. "In passato alcuni virus della famiglia dei coronavirus sono stati considerati come probabili induttori della malattia di Kawasaki. Oggi sappiano che Sars-CoV-2 è uno di questi", annunciano i medici bergamaschi.

"Negli ultimi due mesi - riferisce Lucio Verdoni, reumatologo pediatra del Papa Giovanni - ci siamo accorti che arrivavano al Pronto soccorso pediatrico diversi bambini con malattia di Kawasaki. In un mese il numero dei casi di questa patologia ha eguagliato quelli visti nei 3 anni precedenti. E si è calcolato che l'incidenza di questa malattia, nell'ultimo mese, è stata 30 volte superiore al passato". Partendo da queste evidenze i pediatri diretti dal primario Lorenzo D'Antiga, Verdoni e l'allergologo Angelo Mazza hanno approfondito i casi e trovato "chiare prove" che confermano come, per la casistica Kawasaki degli ultimi 2 mesi, il responsabile sia il nuovo coronavirus. Inoltre, riportano gli specialisti, "si è visto che questi pazienti hanno forme più severe di questa malattia, che coinvolgono l'apparato cardiocircolatorio e talora necessitano di cure intensive".

Normalmente i sintomi tipici della malattia di Kawasaki sono febbre alta persistente, eruzione cutanea, alterazioni delle mucose e delle estremità. La complicanza più temibile è l'infiammazione delle arterie del cuore, che può causare dilatazioni aneurismatiche permanenti delle coronarie. In genere la patologia risponde molto bene alla terapia (immunoglobuline e acido acetilsalicilico, talora cortisone), e con il trattamento appropriato, somministrato in tempi rapidi, praticamente tutti i bambini guariscono.

"Si è molto parlato dei fattori di rischio che rendono una persona più suscettibile alla malattia" da Sars-CoV-2, "e si è detto che i bambini sono protetti dallo sviluppare forme gravi di polmonite da Covid-19 - afferma Lorenzo D'Antiga, direttore di Pediatria all'Asst Papa Giovanni XXIII - Nonostante ciò, stiamo imparando che questo virus può causare anche altre patologie, attivando il sistema immunitario dell'ospite e inducendo una risposta infiammatoria che può interessare qualsiasi organo, anche a distanza di tempo dall'infezione".

L'allarme relativo alla gravità dei quadri più recenti di malattia di Kawasaki è già stato lanciato all'interno della comunità scientifica e fra i pediatri di famiglia, ricordano gli esperti bergamaschi. "Ora è in fase di sottomissione a un'autorevole rivista internazionale lo studio scientifico, a cui hanno preso parte anche i pediatri Annalisa Gervasoni, Laura Martelli e Maurizio Ruggeri, il cardiologo pediatrico Matteo Ciuffreda ed Ezio Bonanomi, responsabile della Terapia intensiva pediatrica, e di cui Verdoni sarà il primo firmatario".

Dal Papa Giovanni tengono a precisare che "solo una piccola minoranza di bambini infettati da Sars-CoV-2 sviluppa la malattia di Kawasaki, sicuramente meno dell'1%. Nonostante ciò, in previsione dell'imminente apertura alla 'fase 2' della lotta all'epidemia - ammoniscono - è importante tenere presente tutte le conseguenze che questo virus insidioso può causare, sia nella fascia di età adulta che in quella pediatrica".

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