“La Società italiana di ginecologia e ostetricia deve spingere maggiormente per far comprendere alle donne che hanno uno specifico orologio biologico, che la loro capacità riproduttiva è massima fino a 35-37 anni. Dai 37 anni in poi, invece, diminuisce in maniera significativa per cui se il desiderio di gravidanza inizia dopo i 40 anni inevitabilmente avremo una notevole riduzione nella capacità riproduttiva". Così Nicola Colacurci presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), parlando a margine degli 'Stati generali della natalità', in corso all'Auditorium Conciliazione di Roma, giunti alla seconda edizione.
"Mettere in atto le strategie per fare in modo che la donna faccia ridiventare centrale il momento della gravidanza e possa tornare ad avere un desiderio riproduttivo prima dei 37 anni - aggiunge Colacurci - spetta alla Società italiana di ginecologia e ostetrica ma anche all’intera società in tutte le sue componenti. L’altra strategia su cui, però, non sono molto d’accordo - prosegue - è quella di delegare la gravidanza dopo i 40 anni di età. Il che vuol dire ricorrere alla preservazione della fertilità dei propri ovociti in un’età giovane e poi andare ricorrere alla riproduzione assistita".
"Dal mio punto di vista - sostiene il ginecologo - la riproduzione è sempre associata ad una sessualità, ad un desiderio della coppia di avere un figlio, a una progettualità che prevede spontaneità in un discorso riproduttivo. È chiaro che nel mio immaginario la donna che comincia a vivere la sua sessualità dovrebbe pensare di avere un percorso di sessualità e di maternità responsabile. Per cui ci sarà un periodo in cui opta per una contraccezione sicura, in maniera tale da scegliere il momento più opportuno per rimanere incinta - in rapporto alle proprie esigenze, alla propria situazione e al proprio vissuto - in un’epoca in cui, è auspicabile, abbia poi buone possibilità di portare avanti una gravidanza”.
E sull’allarme 'crollo delle nascite' lanciato da Gigi De Palo, presidente della Fondazione della natalità, per arginare il forte calo demografico dell’ultimo decennio, Colacurci non ha dubbi: “Gli ostacoli più grandi per una coppia che vuole progettare una gravidanza – sostiene il presidente Sigo – sono sicuramente l’insicurezza lavorativa e quella economica, due fattori determinanti. Prendiamo l’esempio delle specializzande in ginecologia: hanno un tasso di gravidanza abbastanza alto perché hanno la sicurezza del posto di lavoro per un periodo di 5 anni”.
Non solo: la “maternità è loro garantita e con essa la prosecuzione del percorso formativo. Quindi a pari età il numero delle donne che poi ha un maggiore desiderio riproduttivo è più alto nelle persone con una sicurezza lavorativa in cui la gravidanza non interrompe il percorso professionale, ma lo sospende per un po'. Se queste garanzie fossero estese a tutte le donne che lavorano, compresa la maternità che non è una limitazione - conclude - probabilmente diventerebbe più appetibile l’idea di avere un figlio".