Così il presidente della Fondazione Gimbe in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'.
"L'autonomia differenziata porterà al collasso la sanità delle Regioni del Sud, già in fondo a tutte le classifiche per cure essenziali e aspettativa di vita. Al Nord il rischio è il sovraccarico da mobilità sanitaria. Occorre eliminare la materia 'tutela della salute' dalle maggiori autonomie". Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, a Roma in occasione dell'evento Adnkronos Q&A 'Salute e sanità, una sfida condivisa'.
"Una sfida fondamentale per i cittadini italiani - sottolinea - soprattutto perché oggi serve un vero e proprio patto politico e sociale con il quale, indipendentemente dalla alternanza dei governi e delle ideologie partitiche, bisogna rimettere al centro la sanità, bisogna investire risorse per rilanciare il finanziamento pubblico e soprattutto servono coraggiose riforme perché comunque le modalità di pianificazione, organizzazione di erogazione del Servizio sanitario e socio-sanitario non è adeguata con la transizione epidemiologica, informatica e tecnologica".
"Il nomenclatore tariffario è strettamente collegato all'aggiornamento dei nuovi Lea", i Livelli essenziali di assistenza, "che risalgono a gennaio del 2017. In Italia non c'è mai stata una programmazione sanitaria coerente con il finanziamento pubblico. Oggi abbiamo un paniere Lea troppo ampio, che con il finanziamento pubblico non riesce ad essere erogato. Il Sud non riesce ad esigere i Lea. Al Nord, invece, non riescono ad entrare nei tariffari per il rimborso pubblico le innovazioni diagnostico terapeutiche che nel frattempo la ricerca ha reso disponibili, perché non ci sono le risorse e le Regioni fanno muro, e restano inaccessibili ai pazienti".