Alla Camera le comunicazioni della premier in vista del prossimo Consiglio europeo: "Pd ambiguo, non venga a dare lezione a noi"
"Penso che non sia oggettivamente sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano al cospetto del mondo che ci guarda non sia chiara in tema di Ucraina. Penso che sia chiaro a tutti che oggi grazie al fatto che c'è una maggioranza di centrodestra l'Italia è una nazione che rispetta i suoi impegni e non possiamo dire se sarebbe la stessa cosa nel caso in cui al governo ci fosse l'attuale opposizione". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo. "Mi pare che il problema per il Pd è più ampio. Il Pd è ambiguo, prima si astiene sull'Ucraina e poi spiega a noi cosa dobbiamo fare. Almeno non venga a spiegarci cosa dobbiamo fare", ha quindi detto la premier aggiungendo:
"Io non ho due facce quando sto all'opposizione e al governo. Prendo decisioni che considero giuste: le ho portate avanti dall'opposizione e continuo a farlo anche dalla maggioranza", ha sottolineato.
"Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all'Ucraina. In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue" tra le altre cose "siamo riusciti a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l'Ucraina per i prossimi 4 anni", ha quindi detto Meloni.
"Quando io parlo con le persone con cui ho buoni rapporti porto a casa dei risultati", ha poi rivendicato la presidente del Consiglio. Accanto a lei, durante la replica, il posto occupato dal vicepremier leghista - stamattina presente in Aula - è rimasto vuoto. "Se voi del Pd parlate con i vostri alleati del M5S magari riuscite a fare il miracolo e l'Ucraina ve ne sarà grata", ha aggiunto.
"I voti dicono che noi siamo riusciti, negli ultimi due Consigli europei, sia a mandare avanti l'accesso dell'Ucraina all'Unione europea, sia a garantire una revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l'Ucraina per i prossimi 4 anni", ha affermato ancora Meloni.
"È importante ricordare chi ha scatenato il conflitto" in Medio Oriente, "e penso anche ci siano alcune cose che vanno fatte. Sulle quali anche l'Italia cerca di avere una posizione chiara. Particolarmente per quello che sta accadendo a Gaza. Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell'interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un'operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici", ha detto ancora Meloni.
"Non sono d'accordo sul ripristino dei fondi all'Unrwa sospesi. Finché non sarà stata fatta piena luce su dove finiscono le risorse credo non si debba fare questo errore, che non vuole dire non occuparsi dei civili di Gaza perchè non è vero che non operano altre realtà a Gaza. Abbiamo trasferito 20mln di euro alle altre organizzazioni, Croce rossa e Mezza luna rossa e oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse sul progetto Food for Gaza", ha affermato la premier che considera "preoccupante che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un'occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi".
"I cittadini con il voto ci hanno chiesto non di redistribuire i migranti ma di impedire le partenze, e siccome credo nella democrazia è quello che lavoro per fare", ha continuato la presidente del Consiglio nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
"Sono molto fiera - ha aggiunto - per il lavoro che stiamo facendo, questa è diventata la posizione europea e piaccia o non piaccia è quella che porteremo avanti". "L'Italia è riuscita a convincere sulla sua posizione i propri partner: la vostra posizione - ha detto rivolta alle opposizioni - era redistribuiamo e non ci siete riusciti, la nostra è lavorare sulla dimensione esterna, e ci stiamo riuscendo. Questo fa la differenza su quanto conta l'Italia in Europa".