Il presidente del Senato: "Desecretare atti, fare luce su ogni ombra del passato". Il presidente della Camera Fontana: "Eccidio neofascista, ferita ancora aperta"
"La strage di Bologna del 2 agosto 1980 - con le sue immagini drammatiche di devastazione e disperazione - è e rimarrà per sempre una data impressa nella nostra mente. Alle ore 10.25 di quel maledetto giorno, un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d'attesa della stazione centrale togliendo la vita a 85 persone e causando oltre 200 feriti. Un vile attentato che le sentenze hanno attribuito a una matrice neofascista. Alle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi e del terrorismo desidero rinnovare la mia vicinanza e rivolgere il mio ringraziamento per l'instancabile opera di sensibilizzazione". Lo scrive sui social Ignazio La Russa, presidente del Senato, in occasione dell'anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ricordando come "tramandare i valori di libertà e democrazia è un impegno imprescindibile".
Sulla strage di Bologna occorre quindi "proseguire l’opera di desecretazione degli atti delle commissioni parlamentari d'inchiesta, per fare luce su ogni ombra del nostro passato e rendere giustizia a tutte le vittime del terrorismo", il messaggio di La Russa.
"Indelebile è la memoria della strage di Bologna, a 44 anni dall'eccidio che costò la vita a 85 persone. Un eccidio di matrice neofascista, con responsabilità accertate in sede processuale. Il dramma del 2 agosto 1980 rappresenta una ferita aperta nella storia del Paese, nel dolore per le vittime e nella costante indignazione per i tentativi di depistaggio", dichiara quindi il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
"Da anni è stato avviato un progressivo processo di desecretazione degli atti relativi alla strage. Ritengo sia un passo avanti necessario sulla strada della piena verità, per sciogliere gli interrogativi ancora aperti. Mi stringo ai familiari delle vittime e rivolgo il mio pensiero di vicinanza e gratitudine a chi ha combattuto, e continua a combattere, affinché sia fatta piena luce sui fatti", conclude la terza carica dello Stato.