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Report, Ranucci: "Mai detto a Faraone 'ti scateno contro telecamere', querelare chi ha diffuso sms"

"Chiedo risarcimento danni a chi ha diffuso informazioni lesive della mia immagine e dignità"

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
09 febbraio 2022 | 19.15
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"Non ho mai detto né scritto 'ti scateno contro le telecamere'. E poi a Report non c'è nessuna centrale di dossieraggio, anzi, noi i dossier anonimi li cestiniamo e fino a prova contraria l'unico che è stato oggetto di dossier falsi certificati dalla storia è il sottoscritto. E', quindi, risibile che l'onorevole Faraone si lamenti di messaggi privati mandati nel pieno, lo ammetto, del mio Furore perché era stata lesa la mia dignità ed era stato provocato dolore inutile alla mia famiglia, ai miei cari e alla mia squadra di lavoro. Ed è di questo che io mi sono lamentato perché è tutto falso sia il dossier che il contenuto della lettera anonima". Così il vicedirettore di Rai3 e conduttore di Report Sigfrido Ranucci, conversando con l'Adnkronos, replica al senatore Davide Faraone (Iv).

"Io comunque non mi sottraggo certo al chiarimento, se devo andare davanti a un tribunale per gli sms che sono stati diffusi da altri, io sono pronto. E chi vuole querelare - scandisce Ranucci - deve querelare chi ha diffuso i messaggi, non certo il sottoscritto che li ha mandati a un solo individuo. La legge è chiarissima su questo punto: perché ci sia diffamazione devi parlare almeno davanti a due persone e, in questo caso, si va davanti a un giudice di pace. Attraverso la televisione, invece, diventa diffamazione aggravata a mezzo stampa, quindi, pagherà le conseguenze chi diffonde gli sms".

"E annuncio anche la richiesta di risarcimento danni nei confronti di tutti coloro che hanno diffuso e diffonderanno informazioni lesive della mia immagine e della mia dignità, così come lesive della dignità dei miei cari, perché - tuona il giornalista - tutto ha un limite. Io sono il primo che nelle inchieste su contenuti che sono di interesse pubblico, che non ledono la dignità delle persone e che sono veri o anche verosimili (come dice la giurisprudenza del giornalismo di inchiesta), vado in onda. Ma non ho mandato mai in onda dossier falsi e dato spazio a informazioni false come hanno decretato i magistrati e i tribunali di tutta Italia in 25 anni di storia".

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