Nessuna deriva autoritaria con la riforma della Costituzione e nessun attacco alla democrazia ma, casomai, alla "burocrazia". Il premier Matteo Renzi parla alla scuola di formazione del Pd, Classe Democratica, spaziando dal referendum del 4 dicembre prossimo, della campagna contro il 'sì', fino ad arrivare a Roma e alla giunta Raggi.
"Su referendum solo mistificazione, nessuna deriva autoritaria" - Dopo il dibattito con Gustavo Zagrebelsky "non c'è più un problema di deriva autoritaria, Houston non abbiamo più un problema", ha affermato il presidente del Consiglio. "Era una preoccupazione un tantinello esagerata".
"Il problema dei dibattiti televisivi, drammatico, è che stiamo entrando nella società della post verità", ha poi affermato il presidente del Consiglio. "Il povero Travaglio sbaglia a leggere i foglietti - ha ricordato il premier riferendosi ad un recente confronto sui dati dell'occupazione - e diventa verità una cosa che non è verità. C'è una vecchia intervista di Casaleggio padre, che non condivido, che dice ciò che è virale è vero".
"E' imbarazzante - ha continuato il premier - il modo con cui si sta facendo campagna contro il sì al referendum. Stiamo assistendo ad una vergognosa operazione di mistificazione, ora ci prendo gusto ai confronti. La discussione nostra è sul merito del confronto, la discussione loro è sugli slogan che non esistono". Le riforme, chiarisce Renzi, non rappresentano "un attacco alla democrazia", ma "un attacco alla burocrazia".
"Il Comitato del no - ha continuato Renzi - aveva posto la richiesta di fare il referendum (non hanno trovato le firme, poverini, non ce l'hanno fatta, perché i troll non valgono), esattamente sulla stessa domanda che ha giudicato scorretta, perché lo prevede la legge e la Corte di Cassazione com'è il quesito, non noi".
"Il bivio è tra nostalgia e futuro. Sono convinto che sia una Costituzione fantastica, ma credo che la Costituzione - afferma ancora - sia un meccanismo vivo non un cimelio da onorare e che per questo alcune cose vadano cambiate e se non si cambiano ora non si cambiano più".
Renzi: "Giuste e utili le critiche di Napolitano"
"A Roma rifiuti a Mafia capitale" - "La grande novità a Roma è stata affidare la gestione dei rifiuti a chi era totalmente collegata agli uomini di 'Mafia capitale', a quelli che erano prima a gestire. Pensate se l'avessimo fatto noi, se l'assessore Muraro fosse stata del Pd, che cosa ci avrebbero detto contro". Questo l'attacco di Renzi al sindaco di Roma.
"L'immagine di Virginia Raggi sul tetto - continua Renzi - suscita simpatia, se avessi un tetto a Palazzo Chigi andrei a prenderci un po' di sole e un po' d'aria. C'è un punto problematico che non è quello di che fa la Raggi quando sta sul tetto, ma quando scende".
Partito Democratico - "Non possiamo essere un partito giustizialista, dobbiamo credere nella giustizia, il Partito democratico non può essere il partito del giustizialismo, ma della giustizia".
Renzi ha quindi ricordato anche Filippo Penati e Graziano Cioni "e potrei continuare". Citando le loro vicende e le campagne contro di loro, Renzi ha parlato di "autentiche e vergognose falsità, non possiamo essere il partito giustizialista che lascia le persone in preda alla pubblica opinione. Persone che hanno delle famiglie che hanno sofferto per ciò che è successo, che hanno dovuto pagare un prezzo umano, anche personale. Se qualcuno ruba via per sempre, se qualcuno sceglie di sottrarsi alla giustizia avrà il Partito democratico contro di lui. Sono vicende pompate dai media in campagna elettorale e poi sono stati assolti andando a pagina 37 con un trafiletto scritto in cirillico".
Renzi ha poi ricordato anche le cosiddette inchieste sul petrolio emerse prima del referendum sulle trivelle, "questione durata due settimane, salvo scoprire che niente di ciò che ha fatto il governo è meno che onesto e legittimo. Non lo sta dicendo nessuno, ma quell'indagine, che ha portato molti a scagliarsi contro di noi, non ha alcun collegamento con quello che il governo ha fatto".
Attacco al M5S - "Alcuni parlamentari dei Cinquestelle - ha insistito il premier - ci hanno detto che eravamo il partito delle tangenti, della corruzione, del petrolio e, in altri momenti, della mafia e della camorra. Li abbiamo denunciati tutti e si stanno avvalendo tutti dell'immunità, loro che raccontano che dovrebbero essere cittadini come gli altri stanno evitando le condanne, perché, scrivono i giudici, il tema è chiaramente diffamatorio".
"Chi vuole difendere la Costituzione - ha concluso Renzi - in alcuni casi non l'ha letta: c'è un articolo che dice che ciascun cittadino è innocente finchè non passa in giudicato. Qualcun altro lo ha cambiato negli ultimi mesi, dicendo che ciascuno è innocente finché non passa in giudicato a meno che non sia iscritto al blog".