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Piemonte, exit poll: Cirio in testa su Chiamparino

Il governatore uscente: "Se confermati, la vittoria di Alberto e del centrodestra sarebbe netta"

(Fotogramma)
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26 maggio 2019 | 23.31
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Lo spoglio delle elezioni regionali in Piemonte partirà domani alle ore 14, me se i primi exit poll venissero confermati si profilerebbe una nuova Regione strappata dal centrodestra al centrosinistra. Per gli exit poll del Consorzio Opinio Italia per Rai è in testa il candidato Alberto Cirio, tra il 45% e il 49%, sul governatore uscente Sergio Chiamparino (Pd) che è dato tra 36,5% e il 40,5%. L'affluenza è in calo. Secondo i dati del Viminale ha votato il 63,34% degli elettori rispetto al 66,45% delle precedenti consultazioni.

"Naturalmente un commento sul voto regionale sarà possibile solo sulla base dello spoglio reale, ma è evidente che se gli exit poll venissero confermati, la vittoria di Alberto Cirio e del centrodestra sarebbe netta" ha detto Chiamparino. "I risultati ufficiali consentiranno di fare valutazioni più approfondite", ha aggiunto. Intanto "voglio ringraziare chi mi ha votato e tutti coloro che mi hanno sostenuto ed aiutato in questa campagna elettorale", ha concluso Chiamparino.

Paolo Zangrillo, coordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte, invita a "una grande cautela, perché la storia ci insegna che gli exit poll hanno poi riservato brutte sorprese. Ma è chiaro che sono felice per il risultato positivo di Cirio, anche perché la mia sensazione personale è che Alberto ha fatto davvero bene in campagna elettorale". "Sono ottimista - ha detto Zangrillo all'Adnkronos - Cirio è entrato subito in sintonia anche con chi lo conosceva poco. So benissimo che il vero risultato è quello di domani pomeriggio. Comunque, va detto che questi primi dati sicuramente ci fanno piacere, perché sono positivi per Alberto".

Se domani i dati reali confermassero le anticipazioni, il Piemonte sarebbe la quarta regione, andata al voto dall'inizio del 2019, a cambiare casacca: il 10 febbraio scorso la coalizione di centrodestra, guidata da Marco Marsilio, ha 'strappato' l'Abruzzo alla precedente giunta di centrosinistra. Il 24 febbraio è stata la volta della Sardegna, prima di allora guidata dal governatore dem Francesco Pigliaru, e passata al centrodestra con il successo del neopresidente Christian Solinas. Ancora, il 24 marzo le elezioni in Basilicata hanno decretato la vittoria del centrodestra, con il neopresidente Vito Bardi, sulla giunta di centrosinistra uscente.

Alle Regioni passate negli ultimi mesi al centrodestra, si aggiungono quelle dove già governava: Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Molise, Veneto, Sicilia. In questo campo può collocarsi anche il Trentino-Alto Adige con le giunte del presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher (Südtiroler Volkspartei - Lega Salvini Alto Adige-Südtirol) e del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti (Lega). Mentre la Regione Valle d'Aosta, con il governatore Antonio Fosson (Pour Notre Vallée), è a guida autonomista.

Restano al centrosinistra Lazio, Marche, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Puglia, Toscana e Umbria dove l'ormai ex presidente dem Catiuscia Marini si è dimessa dopo essere stata travolta dalla bufera dell'inchiesta sulla sanità. Proprio in Umbria si profilano dunque le elezioni anticipate in autunno quando si voterà anche in Calabria ed Emilia Romagna.

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