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Migranti, primo atto da segretaria Pd: Schlein chiede dimissioni Piantedosi

Ma la leader dem tira dentro anche Salvini, Giorgetti e soprattutto Giorgia Meloni

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01 marzo 2023 | 17.15
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Il primo atto da segretaria del Pd in Parlamento è la richiesta di dimissioni al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. La sede è la commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Poco prima dell'inizio dell'audizione del titolare del Viminale, i giornalisti vengono avvertiti che sarà Elly Schlein a prendere la parola. E il suo è un esordio senza sconti (VIDEO).

Una distinzione chiara tra le indagini in corso della magistratura sulla strage di Crotone e le "responsabilità politiche" del ministro. "Noi attendiamo fiduciosi le risultanze delle indagini ma, dal punto di vista delle responsabilità politiche, già soltanto le sue dichiarazioni suggeriscono le sue dimissioni". Schlein punta non solo Piantedosi ma anche gli altri ministeri coinvolti nella vicenda: le Infrastrutture di Matteo Salvini per la Guardia Costiera e il Mef di Giancarlo Giorgetti sulla Guardia di Finanza.

"Noi vogliamo andare fino in fondo e useremo ogni atto del sindacato ispettivo per fare piena luce sulle responsabilità del ministero che lei rappresenta e di quelli del ministro Salvini e del ministro Giorgetti". Ma soprattutto è a Giorgia Meloni che si rivolge la segretaria del Pd. Le parole di Piantedosi dovrebbero essere motivo di "riflessione profonda" per la premier, rimarca Schlein per cui è "grave l'assenza della sua voce". Su Crotone così come sulla "aggressione squadrista" al liceo di Firenze. Schlein sabato sarà alla manifestazione organizzata a Firenze dai sindacati a difesa della scuola e della Costituzione.

"Sono rimasta molto colpita dalle sue parole di oggi. E non solo quelle di oggi: ricordiamo tutti che, dopo la strage, lei ha fatto dichiarazioni sul fatto che la disperazione non giustifica viaggi che mettono a repentaglio la vita dei figli. Dichiarazioni indegne di un ministro. Parole disumane, inaccettabili e non all'altezza del ruolo", inizia così l'intervento di Schlein in commissione alla Camera. E prosegue: "Quelle dichiarazioni hanno trasformato le vittime in colpevoli. Io le chiedo: chi è lei per decidere cosa giustifica o meno la disperazione? Quale alternativa reale hanno le persone che fuggono in cerca di protezione, oltre a quella tra morire di torture e morire in mare? Cose che lei dall'alto dei suoi privilegi non ha vissuto neanche da lontano".

Quindi la richiesta di chiarezza sulla vicenda: "Noi vogliamo che si chiariscano dinamiche e responsabilità di quanto accaduto. Io non so se avete letto le parole del comandante Aloi della capitaneria di porto di Crotone che dice che c'erano le condizioni per salvare quelle persone. C'era mare forza 4 e non forza 8. Perché non c'è stato l'intervento della Guardia Costiera per evitare la strage?".

Le risposte arrivate dal ministro, dice ai cronisti al termine dell'audizione, "non state soddisfacenti. Abbiamo chiesto chiarezza sulle responsabilità. Abbiamo chiesto in particolare, a seguito delle dichiarazioni del comandante Aloi, perchè non è stato fatto un intervento da parte della Guardia Costiera italiana con mezzi adeguati se c'era possibilità di intervenire per tempo" visto che c'era già stata "la notizia di Frontex che parlava di rilevazione di calore umano". Schlein ricorda anche "i due tentativi non andati in porto da parte della Guardia di Finanza di raggiungere l'imbarcazione. Perché a quel punto non è stata attivata la Guardia Costiera? Su questo non abbiamo ricevuto risposte adeguate". (di Mara Montanari)

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