L'ex portavoce di Salvini e uomo dei rapporti con Mosca: "La Lega al 34% dava troppo fastidio. La guerra in Ucraina? L'Europa spinga per tavolo di trattative più che dare armi"
"Sin dall'inizio si sapeva che sarebbe andata così, un nulla di fatto, nato dopo un tentativo ben orchestrato di aggressione mediatica internazionale, la Lega di Salvini al 34% dava troppo fastidio". Intervistato dall'AdnKronos, Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini e uomo dei rapporti con Mosca del Carroccio, non nasconde la sua soddisfazione dopo l'archiviazione dell'inchiesta per corruzione internazionale a seguito dei fatti del Metropol di Mosca, del 2018. Savoini ricostruisce: "Quello che accadde nel 2019, quando ci fu l'inchiesta, fu una macchinazione delle centrali globaliste e mondialiste che vedevano nella Lega di Salvini, reduce dal clamoroso 34% alle europee del 2019, un rischio per il sistema globalista e anti-identitario. Lo scandalo, il Russia-gate, nacque per colpire tramite me lo stesso Salvini".
"Lui - dice Savoini - non c'entrava nulla e infatti non fu indagato, io ero stato suo portavoce, ero nella Lega da 30 anni e seguivo le relazioni con la Russia". Relazioni che "erano tutte alla luce del sole" perché "io volevo solo salvare l'economia italiana, volevo buoni rapporti con Mosca per tutelare le nostre aziende, che le sanzioni eurostatunitensi stavano affossando". "Mi hanno colpito perché volevano mettere in difficoltà la Lega, come già era successo con Bossi, perché anche lì, a quei tempi, eravamo contro l'establishment", ricorda Savoini. "Ora è finita una inchiesta durissima, con il risultato che mi aspettavo, e ho sentito già Salvini, ci siamo scritti e detti 'evviva', ma resta il fatto che per anni, per 3 anni, sono stato tacciato di essere un delinquente, un mezzo criminale, un faccendiere...".
Ora, dice l'uomo che ha guidato l'Associazione Lombardia-Russia, "bisognerebbe capire chi è stato dietro questa macchinazione, che è nata per colpire la Lega di Salvini, con la stessa regia che c'è stata dietro gli attacchi a Trump". Savoini ricorda i tempi: "Tutto scoppia con le registrazioni illecite dell'ottobre del 2018, cinque mesi dopo la nascita del primo governo Conte, di cui Salvini era vicepremier. In cinque mesi mettono in piedi una macchinazione perfetta per fermare la Lega, rivolgendo al nostro partito le stesse accuse già rivolte al presidente Trump".
Savoini non si sottrae a una domanda sul conflitto attuale tra Mosca e Kiev: "Ma qui, ci tengo a dirlo, parlo a nome personale, non certo a nome della Lega, e dico che la situazione attuale va risolta con la diplomazia, con un tavolo che Italia e Europa devono adoperarsi per far partire, dove siedano Russia e Ucraina". Il governo manda le armi? "Io credo che l'Europa ha duemila anni di storia, deve evitare altri lutti e distruzioni, ci si sieda a un tavolo e si parli, piuttosto che far ricorso alle armi". (di Francesco Saita)