Il vicepremier vede le parti sociali e parla di manovra. Il premier: "Scorretto se vertice Viminale anticipa contenuti". Di Maio: "Sindacati trattano con Siri? Ci regoliamo di conseguenza"
E' ancora gelo tra Palazzo Chigi e il Viminale. Nessun contatto, riferiscono i beninformati, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il vicepremier Matteo Salvini, oggi protagonista di un incontro con le parti sociali al ministero. "Tutto tace e tacerà", si dicono convinte le stesse fonti. Allontanandosi da Palazzo Chigi per un caffè con il suo staff, Conte non ha dissimulato il suo fastidio, per l'incontro al Viminale in corso e per i retroscena in cui Salvini, che ha poi puntualmente smentito le ricostruzioni dei quotidiani, lo tacciava di mancanza di lealtà. Per ora in agenda, stando a quanto riportato dall'Adnkronos, c'è solo il vertice sulle autonomie, fissato da Conte per venerdì alle ore 13: salvo sorprese, potrebbe essere questo il primo appuntamento utile per un chiarimento.
"Nessuno vuole sostituirsi all'esecutivo" ha assicurato Salvini in merito all'incontro con le parti sociali. Poi, in conferenza stampa, a chi gli chiedeva delle parole del premier che ha parlato di "scorrettezza istituzionale", il ministro dell'Interno ha risposto: "Totale fiducia in Conte, ma la manovra prima si fa meglio è. Non mi interessa portare via il lavoro ad altri, a Tria, a Conte o a Di Maio. Ho già reinvitato le parti sociali, ci riconvochiamo nella prima settimana di agosto, io sarò in ufficio, identica riunione con le stesse 43 associazioni. Ci vedremo martedì sei o mercoledì sette agosto". A chi gli faceva notare che al tavolo c'erano due leghisti indagati, Massimo Garavaglia e Armando Siri, Salvini ha replicato: "Garavaglia e Siri erano alla mia sinistra e alla mia destra. Siamo in uno stato di diritto, ci sono tre gradi di giudizio e fino a quel punto si è innocenti. Nessuno si deve stupire che fossero al tavolo, penso di vivere in un Paese in cui si è innocenti fino a prova contraria".
CONTE - Sull'incontro, "che un leader di una forza politica voglia incontrare le parti sociali la ritengo una cosa buona e giusta, anche il viceministro Di Maio potrebbe far lo stesso col M5S" ha detto Conte. "Se oggi qualcuno però pensa che non solo si raccolgono istanze e proposte dalle parti sociali ma anticipa temi, dettagli di quella che ritiene debba essere la manovra economica, ecco, questo non è corretto affatto, si entra nel terreno di scorrettezza istituzionale" ha scandito il premier. Inoltre, in tema di manovra e flat tax, dallo staff del presidente del Consiglio si fa rilevare che da oltre due settimane Conte sta sollecitando la Lega a dare i nomi dei delegati che dovrebbero rappresentare la Lega stessa ai tavoli sulla manovra (sono 5 tavoli, tra cui anche quello sulla riforma fiscale). La Lega, viene riferito, non ha ancora indicato questi delegati.
"L'ho già detto: la manovra economica vien fatta qui", a Palazzo Chigi, "dal ministro dell'Economia e tutti gli altri ministri interessati. Non si fa altrove, non si fa oggi, e i tempi - tengo a precisarlo - li decide il presidente del Consiglio sentiti gli altri ministri, in primis il ministro dell'Economia. I tempi non li decidono altri, se si lavora d'estate, d'inverno o d'autunno..." ha ribadito poi Conte, allontanandosi da Palazzo Chigi per un caffè col suo staff, a proposito dell'incontro al Viminale tra Salvini e le parti sociali. Quanto alla presenza di Siri, "siamo nella logica di un incontro di partito? Ci sta bene la presenza di Siri - ha detto il premier - Siamo nella logica di un incontro governativo? Non ci sta bene la presenza di Siri".
SIRI - Riguardo ai contenuti della manovra, all'incontro al Viminale si è parlato di flat tax per le famiglie che, ha riferito il responsabile economico della Lega, Armando Siri, porterà benefici economici per 12-13 miliardi di euro e a 40 milioni di contribuenti e 20 milioni di cittadini. Nell'incontro è emerso che la flat tax dovrebbe prevedere un'unica deduzione fiscale che assorbirà tutte le detrazioni. "Noi vogliamo portare al 15% l'aliquota fino a 55.000 euro di reddito. Ci saranno benefici per 20 milioni di famiglie e 40 milioni di contribuenti" ha detto Siri, per il quale "ci sarà un grande impulso ai consumi e risparmi di 3.500 euro per una famiglia monoreddito con un figlio". L'intenzione è quella di "portare nelle tasche degli italiani 12-13 miliardi di euro". E "nessuno perderà un centesimo, nessuno pagherà di più rispetto a quanto paga già", ha assicurato l'esponente leghista. E per i risparmi dal Reddito di cittadinanza e Quota 100, questi porteranno un tesoretto nel 2020, ha detto poi il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi. Nel 2019 è stato "incassato di più e speso di meno. E questo si confermerà per il prossimo anno" ha spiegato il leghista. "Il tiraggio delle misure Rdc e Quota 100 è inferiore al previsto, anche perché sono partite a metà anno. Maggiori incassi da fatturazione elettronica, maggiori dividendi da Bankitalia. Quindi un po' di margini ci sono, ma dovremo parlarne con la nuova Commissione" europea, ha aggiunto Borghi.
DI MAIO - Luigi Di Maio è intervenuto con toni molto duri su Fb. "Per quanto riguarda la partecipazione dei sindacati al tavolo con Siri affar loro. Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza" ha scritto il vicepremier. "Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo (per tutti stipendi di almeno 9 euro lordi l’ora), quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d’oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi!", ha scandito il ministro del Lavoro. Quanto alla flat tax, "non solo è sì, ma facciamola anche prima di settembre se il piano della Lega è già pronto. Basta che aiuti le famiglie normali e non si facciano scherzetti agli italiani. Per anni abbiamo avuto governi che davano 1 e toglievano 10. Il gioco delle tre carte no, ma sono fiducioso". "Per quanto mi riguarda - ha sottolineato ancora - basta recite, pensiamo a governare!".
LA REPLICA DEI SINDACATI - I sindacati hanno replicato a Di Maio con una nota unitaria. Cgil Cisl Uil sono state convocate oggi "dal vice presidente del consiglio Matteo Salvini insieme ad altre 40 organizzazioni di rappresentanza in vista della prossima legge di bilancio, incontro peraltro ampiamente annunciato nei giorni scorsi" si legge nella nota. "Appaiono, quindi, del tutto inaccettabili ed offensive, nei toni e nella sostanza - affermano - le osservazioni nei confronti dei sindacati avanzate oggi dal vice premier Di Maio al quale ricordiamo che siamo stati ricevuti quindici giorni fa dal presidente del Consiglio Conte, insieme allo stesso vicepremier Di Maio, e siamo ancora in attesa di ricevere la calendarizzazione degli incontri specifici cosi come aveva garantito il presidente del Consiglio per affrontare i temi contenuti nella nostra piattaforma unitaria, illustrata peraltro almeno tre volte al presidente del Consiglio".