Tra Camera e Senato inizia la 'conta' tra chi resta con Beppe e chi, invece, sarebbe pronto a fare le valigie per un partito 'contiano'
E' showdown dopo l'affondo di Beppe Grillo contro Giuseppe Conte. In queste ore febbrili per il Movimento, mentre gli occhi sono puntati sull'ex premier e su quel che intenda fare del proprio futuro, tra Camera e Senato inizia la 'conta', ovvero chi resta con Beppe e chi, invece, sarebbe pronto a fare le valigie per un partito 'contiano'. Ammesso che sia questo l'obiettivo a cui punta il professore e legale, perché in queste ore c'è chi non esclude il colpo di scena, ovvero che i parlamentari riescano a mettere alle strette Grillo, costringendolo a lasciar decidere la Rete.
Il partito di Conte sembra essere già 'realtà', o almeno lo è nei gruppi parlamentari, dove diversi eletti vengono 'sondati'. A minuti l'ex premier scioglierà la riserva, con una dichiarazione pubblica. Intanto però il pallottoliere viene azionato tra Camera e Senato. A Palazzo Madama il numero più alto di 'contiani': su 75 senatori, l'80% sarebbe dalla parte dell'ex presidente del Consiglio. Stando almeno a fonti molto vicine all'ex premier. Ma anche alla Camera, dove l'avvocato sembra avere meno seguaci, il 50% dei deputati -su un totale di 161 eletti- starebbe con Conte.Tra Montecitorio e Palazzo Madama, Conte potrebbe dunque contare su circa 140 parlamentari. Stando almeno ai calcoli dei suoi sostenitori, perché la partita non è semplice né tantomeno immediata.
Tra i volti noti pronti a sostenere Conte, a costo di lasciare il Movimento, vengono annoverati, ad esempio, Paola Taverna, Stefano Patuanelli, Federico D'Incà, Vito Crimi -oggi andato allo scontro frontale col fondatore- Ettore Licheri, Lucia Azzolina, Gianluca Perilli. Ma nulla è scontato. Ad esempio, a quanto apprende l'Adnkronos, nei giorni scorsi la vicepresidente del Senato Taverna più volte si sarebbe abbandonata alle lacrime, divisa tra Conte e Grillo, il 'padre' del Movimento al quale è vicina da sempre.
Tra i volti noti dalla parte di Grillo, vengono annoverati alcuni storici, Roberto Fico e Luigi Di Maio innanzitutto. Ma anche il capogruppo della Camera Davide Crippa, che, viene fatto notare, non si è pronunciato contro Grillo dopo l'affondo di ieri, e soprattutto non ha espresso solidarietà verso il capo politico reggente Crimi, oggi duramente attaccato dal fondatore del Movimento. A differenza di Licheri che, assieme all'intero direttivo del Senato, ha fatto quadrato attorno a Crimi.