La Regione Lombardia non riapre le librerie, diversamente da quanto previsto dal Dpcm firmato ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Il commercio al dettaglio di articoli di carta, articoli di cartoleria e forniture per ufficio; libri; fiori e piante è consentito esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati", si legge nell'ordinanza firmata stamattina dal presidente della Regione, Attilio Fontana. Fonti della Regione spiegano all'Adnkronos, a proposito di questo punto, che i libri potranno essere venduti, oltre che nei supermercati, anche nelle edicole o nei piccoli negozi di alimentari.
La decisione della Regione Lombardia di non concedere alcune deroghe al lockdown riguarda, oltre alle librerie, anche le cartolerie, tra gli esercizi commerciali che secondo il Dpcm di ieri avrebbero potuto riaprire al pubblico da martedì prossimo, ovviamente con tutte le precauzioni di sicurezza e il distanziamento sociale. Il Governo regionale, nella sua ordinanza, spiega di ritenere che la possibilità di adottare "misure più restrittive di quelle statali e quindi rigorosamente funzionali alla tutela della salute trovi il suo fondamento negli articoli 32 e 117 della Costituzione". Quest'ultimo, in particolare, disciplina i rapporti e i poteri di Stato e Regioni.
Sempre nell'ordinanza, si fa riferimento alla situazione particolare della Lombardia rispetto al resto del territorio italiano: qui, "il dato epidemiologico è di gran lunga superiore al dato nazionale: al 10 aprile 2020 circa due quinti della popolazione italiana contagiata è lombarda", sottolinea il documento. La decisione di non riaprire librerie e cartolerie rispetto al resto dello Stato, quindi, è legata al "diverso contesto di riferimento" e alle "proiezioni sulla prosecuzione del contagio, che impongono di limitare le limitazioni già poste in essere".