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Governo, Draghi spacca Forza Italia: si attende linea chiara Berlusconi

'Ala moderata' sugli scudi per sì. Voci su 'scissione' se Cav sposa linea sovranista del voto

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)
03 febbraio 2021 | 13.36
LETTURA: 2 minuti

Forza Italia è di nuovo a un bivio. "Voterà o meno la fiducia a un eventuale governo Draghi?", si chiedono in tanti. Il partito è confuso e allo stato, in assenza di un intervento del leader Silvio Berlusconi, non c'è una linea chiara, univoca. Il dilemma è semplice: seguire la coppia Salvini-Meloni che grida al voto, al voto! o accogliere l'appello del Colle per uscire tutti insieme dall'emergenza pandemica con un "governo di altro profilo", ovvero tecnico-istituzionale, senza politici visto che la politica ha fallito?

I 'filosalviniani' di Fi sono in imbarazzo, perché non si è capito se il 'Capitano' voglia andare davvero alle urne e attendono un segnale preciso dal numero uno di via Bellerio che oggi ha riunito la coalizione proprio per confrontarsi con gli alleati sul da farsi con 'Super Mario' a palazzo Chigi.

L'ala moderata azzurra, a cominciare dai parlamentari che fanno capo a Mara Carfagna, è in fermento, i maldipancia sempre più forti. ''Chi non ha mai accettato di far parte di una coalizione a trazione sovranista, difficilmente ora si lascerà scappare l'occasione di un governo Draghi per manifestare tutta la propria insofferenza'', dice a mezza bocca un big azzurra. Il timore è che su Draghi possa consumarsi un vero e proprio strappo, con il rischio di una nuova scissione interna. In queste ore ci sono contatti, telefonati, incontri, più o meno riservati. Le 'correnti' forziste sono in subbuglio.

C'è chi scommette che se il Cav dovesse ''accordarsi'' alla linea del voto subito di Salvini-Meloni, questa potrebbe essere la goccia cha farebbe traboccare il vaso e scatterebbe un 'tana libera tutti'. "Se Forza Italia decide di non votare Draghi, ci potrebbero essere delle ricadute all'interno del partito, che non auspico ma temo'', avverte il deputato di lungo corso Osvaldo Napoli, del direttivo azzurro della Camera.

L'escamotage, raccontano, per mettere tutti d'accordo e siglare una sorta di tregua armata, ci sarebbe e si chiama astensione. "Una parolina magica per consentire a Draghi di fare il suo governo, senza 'impegnare' troppo Fi, salvando capra e cavoli'', spiega un esponente di spicco del fronte moderato forzista.

Che il partito sia diviso e in preda a mille tensioni lo dimostra il fatto che i vertici ancora non si siano pronunciati fino ad ora. Ma c'è già chi ha voluto subito chiarire da che parte stare, come Mara Carfagna che ieri è stata l'unica a chiedere di ascoltare l'appello-monito del Colle, e Renato Brunetta che oggi avverte: ''Draghi è la persona giusta al momento giusto, lui ce la può fare, col concorso di tutti''.

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