Pentastellati a un passo dalla scissione dopo il voto contrario dei dissidenti anche alla Camera e le espulsioni
Il governo Draghi incassa la fiducia anche alla Camera, ma scoppia il caso nel M5S con i grillini a un passo dalla scissione. 535 voti a favore e 56 contrari, 5 gli astenuti: questo il risultato della votazione di ieri, che ha visto ben 12 deputati Cinquestelle non partecipare e quattro astenersi. Non hanno infatti partecipato alla votazione i pentastellati Corneli, Ehm, Menga, Romaniello, Spadoni (in quanto presidente dell'assemblea), Tucci, Di Lauro, Masi, Penna, Scutellà (per motivi di salute), Suriano, Zanichelli. In missione invece i deputati grillini Mammì e Vianello. Astenuti Paxia, Villarosa, Raduzzi e Sodano.
Dopo l'espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori dissidenti annunciata via Facebook dal reggente Vito Crimi nella serata di mercoledì, fra cui quella di alcuni volti storici del Movimento come Lezzi e Morra, i ribelli si organizzano ora nei due rami del Parlamento. E Mattia Crucioli, uno dei senatori espulsi, sta lavorando alla creazione di un nuovo gruppo con tanto di simbolo: gli ex pentastellati potrebbero prendere in prestito il logo dell'Italia dei Valori per dar vita alla nuova compagine a Palazzo Madama. "Un nuovo soggetto politico? Stiamo valutando il da farsi - ha spiegato ieri all'Adnkronos la senatrice Bianca Laura Granato -. Se vogliamo rendere produttiva la nostra scelta, mi sembra l'unica via percorribile". L'ala dei duri e puri guarda intanto ad Alessandro Di Battista, che domani tornerà a far sentire la propria voce in una diretta sulla sua pagina Instagram: "Ci sono cose da dire. Scelte politiche da difendere. Domande a cui rispondere ed una sana e robusta opposizione da costruire", scriveva ieri l'ex deputato 5 Stelle, che solo pochi giorni fa ha annunciato il suo allontanamento dal Movimento.
Intanto sono in arrivo sanzioni disciplinari anche per i deputati anti-Draghi, con la scure dei vertici pentastellati pronta a calare di nuovo sui dissidenti.