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La lettera di Andreotti al generale Dalla Chiesa: "Conosco suo patriottismo". E lui: "Le sono grato"

Nessun dissidio, ma rapporti cordiali emergono dallo scambio epistolare del '79

Le lettere con lo scambio epistolare, foto Adnkronos
Le lettere con lo scambio epistolare, foto Adnkronos
22 settembre 2024 | 17.38
LETTURA: 2 minuti

Nessun dissidio tra Giulio Andreotti e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Stefano Andreotti, dopo le polemiche per le parole di Rita Dalla Chiesa, sul 'favore fatto a un politico' con l'omicidio del padre generale, avvenuto a Palermo il 3 settembre del 1982, interviene assicurando che nessun astio c'era tra il padre e il generale dei carabinieri. Anzi: a supporto dei rapporti cordiali tra i due, dopo essersi affidato ai suoi ricordi, in una lunga intervista con l'AdnKronos, Stefano Andreotti rende noto uno scambio epistolare del 1979. Nella prima lettera -datata 3 settembre 1979- è Giulio Andreotti a rivolgersi al generale, scrivendo di aver apprezzato la sua scelta di restare alla guida del nucleo antiterrorismo, rinunciando di tornare a svolgere l'incarico di generale dei carabinieri. "Caro generale -scrive Andreotti, che ha appena lasciato Palazzo Chigi dove è arrivato Francesco Cossiga- so che accettare la conferma all'incarico le costa, ma conosco anche il suo patriottismo e penso a quale effetto avrebbe avuto l'annuncio di una sua diversa soluzione e dobbiamo quindi ancor di più essere grati. Auguri di buon lavoro e cordialissimi saluti".

La risposta del generale Dalla Chiesa

Il 16 dello stesso mese risponde Dalla Chiesa: "Le sono tanto grato per i sentimenti di solidarietà e di incoraggiamento che si è compiaciuto farmi pervenire, sapevo della sua benevolenza e - con una punta di presunzione - anche della sua considerazione, ma l'aver potuto leggere così gentili espressioni, in un momento di particolare travaglio interiore e quando più ambivo a un mio rientro nei ranghi e quindi nell'ombra mi ha fatto bene e mi è valso a quel po' di ossigeno di cui avevo bisogno", scrive il generale.

"Continuò a sperare che nel giro di pochi mesi le mie aspirazioni possono trovare la loro realizzazione che gli stati emotivi concedano spazio anche a chi, più che apparire intende conservare la fede dell'umiltà e la modestia al servizio del nostro Stato ma è anche certo che nella parentesi per la quale mi richiesto di continuare a recitare una parte, le mie prestazioni saranno caratterizzate come lei chiede, dal più genuino senso di responsabilità verso il governo e verso la collettività. Le rinnovo signor presidente, i sensi della mia gratitudine", conclude il testo. (di Francesco Saita)

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