La premier sull'escalation in Medio Oriente: "Comprendo le ragioni di Israele, ma non sono d'accordo su ogni scelta". E sull'hotspot per migranti in Albania dice: "Spesa di 134 milioni di euro l'anno, solo il 7,5% del costo totale"
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivela in Aula alla Camera quanto è stato speso per l'attuazione del protocollo Italia-Albania. ''Anche sul tema dei conti, i fondi assegnati sono 670 milioni di euro per 5 anni, vuol dire 134 milioni di euro l'anno" calcola Meloni parlando dell'hotspot in Albania. "Ora, 134 milioni di euro l'anno nel sistema di accoglienza italiano sono circa il 7,5 per cento di quello che noi spendiamo ogni anno per accogliere gli immigrati che sbarcano da noi", per una spesa totale di "quasi un miliardo 800 milioni di euro''.
La premier ha confermato il suo viaggio in Libano. ''Dovrei esserci venerdì...'' ha annunciato, parlando in Aula alla Camera in vista della prossima riunione del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre. Una trasferta che "era già prevista", aveva detto poco prima al Senato, aggiungendo che " il ministro degli Esteri Antonio Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima. Anche con la nostra presenza stiamo facendo tutto quello che è possibile fare".
"Io ovviamente comprendo le ragioni di Israele che ha bisogno di impedire che quanto è accaduto lo scorso 7 ottobre possa ripetersi. Questo non vuol dire ovviamente che io sia d'accordo con tutte le scelte di Israele". "Dobbiamo fare attenzione ai rischi che correremo se dessimo il segnale di abbandonare e isolare Israele" perché "questa è la strategia a monte di Hamas e di chi ha ispirato gli attacchi terroristici. Dobbiamo essere prudenti, perché se il piano era isolare Israele per cancellare lo Stato ebraico dobbiamo distinguere tra il tema del governo e il tema del diritto a esistere dello Stato di Israele".
''Oggi la posizione del governo israeliano è un ritiro della missione Unifil" spiega Meloni. "Credo che un ritiro su richiesta unilaterale sarebbe un grave errore, minerebbe la credibilità della missione stessa e dell'Onu. E penso che i nostri soldati saranno preziosi anche quando riusciremo a ottenere il cessate il fuoco''.
"Sul riconoscimento della Palestina", ha detto la presidente del Consiglio, "questo governo si è posto in linea di assoluta continuità con altri governi di qualsiasi colore politico: noi siamo per la soluzione dei due Stati, abbiamo sostenuto e continuiamo a sostenere l'Autorità palestinese, come sosteniamo il diritto di Israele a esistere". "Ma questo deve nascere nei fatti e non nelle parole, con un processo politico fortemente sostenuto, aiutato e reso concreto anche dall'Ue. La nostra posizione è condivisa dalla maggioranza degli Stati dell'Unione europea e dalla totalità di quelli del G7. Il tanto vituperato blocco di Visegrad ha riconosciuto la Palestina nel 1988. Poi lo hanno fatto solo in tre, Spagna, Svezia e Irlanda". "Tuttavia - aggiunge - penso che sia un po' fuorviante far credere che se riconoscessimo la Palestina nel mezzo della crisi risolveremmo la questione. Non è così. I nostri sforzi sono concentrati sulla de-escalation: significa mantenere un dialogo franco con tutti gli attori in Medio Oriente, Israele compreso".
"Io non so dove la collega Braga abbia sentito una relazione carica di odio. A volte, ho l'impressione che questi interventi di replica vengano scritti prima di ascoltare la mia replica..." dice Meloni rispondendo alla capogruppo del Pd. "Il riferimento che faceva lei è all'odio nei confronti delle Ong. Io ho detto che considero vergognoso che una Ong'', la Sea Watch, ''dichiari che le guardie costiere sono i veri trafficanti e gli scafisti innocenti. Sono parole vergognose" e "dovrebbe preoccuparci il fatto che si ritenga di attaccare me e difendere queste frasi. Davo per scontato che su una cosa del genere fossimo tutti d'accordo''.