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Gianluca Pini, chi è leghista che voleva portare via a Salvini vecchio simbolo Lega Nord

Finito agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della procura di Forlì su reati corruttivi

22 giugno 2023 | 16.28
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Segretario regionale della Lega Nord Romagna fino al 2015, parlamentare per tre legislature (fino al 2018), tra i fondatori dei 'Barbari sognanti' di Roberto Maroni, Gianluca Pini, finito agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della procura di Forlì su reati corruttivi, è stato negli ultimi anni un nome di quella fronda anti-salviniana che non ha perso occasione per attaccare il segretario federale per la svolta nazionale, accusandolo di aver rinnegato il carattere nordista della Lega.

Al congresso leghista del 2017 Pini, da rappresentante dell'area federalista e Autonomista della Lega Nord, sostenne lo sfidante di Salvini, Gianni Fava, uscito poi sconfitto. Da lì la decisione di non ricandidarsi, tornando a indossare i panni dell'imprenditore, con interessi ramificati, dai ristoranti nella riviera romagnola, ad alcune start up sull'innovazione, e anche nel mondo dello sport.

Ma il braccio di ferro con la Lega di Salvini non si era fermato, dopo l'allontanamento dalla nuova Lega. Pini infatti nel 2020 chiese di poter utilizzare il simbolo della Lega Nord, ormai 'sostituita' nelle urne dalla nuova Lega per Salvini premier. Richiesta non accolta dal partito che portò a un contenzioso legale. Pini più volte minacciò Salvini di rivolgersi alla magistratura, rivendicando il diritto di usare il logo bossiano. Minacce che non impensierirono più di tanto i vertici della Lega: "Sono solo fesserie, cercano due righe sui giornali", tagliò corto il commissario Igor Iezzi, fedelissimo del leader del Carroccio.

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