Non c'è la parola aborto ma confermati gli impegni di Hiroshima
Via libera dei leader del G7 alle conclusioni del vertice. Le dichiarazioni dei 'grandi', 36 pagine in tutto, sono state adottate e ora compaiono sul sito del summit a guida italiana. La parola 'aborto' non figura, ma nella bozza vengono confermati gli impegni assunti al summit di Hiroshima di un anno fa che riguardano anche l'interruzione volontaria di gravidanza. "Ribadiamo i nostri impegni assunti nel Comunicato dei leader di Hiroshima per l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti".
Il G7 ha espresso pieno e unanime sostegno all'accordo elaborato dal presidente americano Joe Biden per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, il rilascio di tutti gli ostaggi, un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e la fine duratura del conflitto, si legge nella bozza della dichiarazione finale del G7 in cui si spiega che vanno ''garantiti gli interessi di sicurezza di Israele e la sicurezza dei civili palestinesi a Gaza''.
I leader del G7 hanno quindi rivolto un appello ad Hamas affinché ''accetti e attui pienamente e inequivocabilmente la proposta di cessate il fuoco, come delineato nella risoluzione 2735'', chiedendo ai ''Paesi con influenza su Hamas'' di ''contribuire a garantire che lo faccia''. Nella bozza di conclusione si accoglie con favore il fatto che Israele abbia accettato la proposta elaborata dall'Amministrazione Usa e la disponibilità ad andare avanti con essa.
Il G7 ha espresso ''grande preoccupazione per il numero inaccettabile di vittime civili, in particolare donne e bambini'', a causa del conflitto tra Israele e Hamas. E ha ''chiesto a tutte le parti di intraprendere ogni passo possibile per proteggere le vite dei civili''. I leader ribadiscono la ''più ferma condanna dei brutali attacchi terroristici condotti da Hamas e altri gruppi terroristici contro Israele il 7 ottobre 2023''. Il G7 ha quindi espresso ''la piena solidarietà e sostegno a Israele e al suo popolo'' e ribadito ''l'impegno verso la sua sicurezza''. Ma, allo stesso tempo, il G7 ha chiesto a Israele di ''rispettare pienamente i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale in ogni circostanza, compreso il diritto internazionale umanitario''.
I leader del G7 si sono detti ''profondamente preoccupati per le conseguenze sulla popolazione civile delle operazioni di terra in corso a Rafah e per la possibilità di un'offensiva militare su vasta scala che avrebbe ulteriori conseguenze disastrose per i civili''. Per questo, come si legge nella bozza della dichiarazione finale del G7 di Borgo Egnazia, i leader del G7 hanno chiesto ''al governo israeliano di astenersi da tale offensiva''.
Il G7 ha inoltre espresso ''l'importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l'Autorità Palestinese'' e ha sottolineato che ''il riconoscimento di uno Stato palestinese, al momento opportuno, sarebbe una componente cruciale''.
Sull'Ucraina, in un passaggio del preambolo della bozza di dichiarazione finale, si legge che alla presenza del presidente Volodymyr Zelensky, in un gesto di solidarietà e sostegno "per la lotta dell'Ucraina per la sua libertà e per la sua ricostruzione, abbiamo deciso di mettere a disposizione circa 50 miliardi di dollari sfruttando le entrate straordinarie dei beni sovrani russi immobilizzati, inviando un segnale inequivocabile al presidente Putin. Stiamo intensificando i nostri sforzi collettivi per disarmare e definanziare il complesso militare industriale russo".
Inoltre, "siamo impegnati ad aumentare i costi della guerra per la Russia, basandoci sul pacchetto complessivo di sanzioni e misure economiche già in vigore. Sebbene le nostre misure abbiano avuto un impatto significativo sulla capacità della Russia di costruire la sua macchina da guerra e di finanziare la sua invasione" dell'Ucraina, "le sue forze armate continuano a rappresentare una minaccia non solo per l'Ucraina, ma anche per la sicurezza internazionale", affermano i leader del G7 nella bozza di dichiarazione finale del vertice.
"La Russia - sottolineano - deve porre fine alla sua guerra di aggressione illegale e pagare per i danni che ha causato all'Ucraina. Secondo la Banca Mondiale, questi danni superano oggi i 486 miliardi di dollari".
I leader accolgono "con favore il vertice sulla pace in Ucraina previsto in Svizzera il 15-16 giugno per costruire un quadro di pace basato sul diritto internazionale, sulla Carta delle Nazioni Unite e sui suoi principi, nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Continueremo a lavorare per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile ai principi e agli obiettivi chiave della Formula di pace del Presidente Zelensky".
I leader G7 annunciano poi l'intenzione di imporre sanzioni contro entità cinesi e di Paesi terzi che sostengono la guerra della Russia in Ucraina.
I leader ribadiscono poi l'impegno sul fronte dei diritti 'arcobaleno' a differenza di alcune indiscrezioni emerse nella giornata di oggi: "Riaffermiamo il nostro impegno per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità, attraverso una partecipazione piena, equa e significativa in tutte le sfere della società. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempi di crisi, e condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali".
"Continueremo a promuovere e proteggere i loro diritti in tutte le sfere della società e a integrare costantemente l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti politici - si legge ancora - Lavoreremo con partner globali per promuovere l’uguaglianza di genere nei forum multilaterali". Per colmare il gap che lede le donne, "insieme alle istituzioni finanziarie internazionali, sbloccheremo almeno 20 miliardi di dollari in tre anni in investimenti per promuovere l’emancipazione".
Nella bozza delle conclusioni si parla di "impegno con i Paesi dell'Africa, in uno spirito di partnership strategica ed equa". "Mentre lavorano per raggiungere uno sviluppo sostenibile e una crescita industriale per i loro popoli, rafforziamo i nostri sforzi rispettivi per investire in infrastrutture sostenibili, anche con la Partnership for Global Infrastructure and Investment (Gpii), e lanciamo l'iniziativa Energy for Growth in Africa, insieme con diversi partner africani". I leader, in quest'ottica, accolgono con favore "il Piano Mattei per l'Africa lanciato dall'Italia".
Sul fronte clima, i Paesi del G7 restano impegnati a "prendere delle misure concrete per affrontare la triplice crisi del cambiamento climatico, dell'inquinamento e della perdita di biodiversità". I Paesi del G7 "restano impegnati a rispettare l'accordo di Parigi e a mantenere un limite di 1,5°C di aumento della temperatura globale". Nella bozza si sottolinea che l'obiettivo resta "invariato" ossia "fornire un contributo sostanziale agli sforzi per ridurre le emissioni globali di gas serra di circa il 43% in questo decennio critico e del 60% entro il 2035, rispetto al livello del 2019". I Paesi del G7 sottolineano "che si tratta di uno sforzo collettivo e che sono necessarie ulteriori azioni da parte di tutti i Paesi, in particolare delle principali economie, per raggiungere il picco delle emissioni globali di gas serra entro il 2025 e il net zero entro il 2050".