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Franceschini: "Non voglio credere a scissione ridicola"

Il ministro dei Beni Culturali da AreaDem: "A Renzi dico, Pd è casa tua. Parole di Di Maio sull'Umbria possono essere un inizio".

(Fotogramma)
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15 settembre 2019 | 12.21
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dall'inviato Giuseppe Greco
"L'unità del partito è indispensabile ed è possibile, la scelta di far nascere il governo l'abbiamo condivisa, si è costruita una unità sfociata in un voto unanime della Direzione, non si vedeva da anni", Dario Franceschini alla convention di AreaDem rimarca la necessità di un'unità forte nel Pd.

"Io non voglio credere alla scissione o quella cosa ridicola della separazione consensuale. Ma come si fa a pensare a una separazione consensuale quando spacchi un partito? - ha aggiunto il ministro dela Cultura - Ci è già capitata la ferita di vedere un segretario uscire dal partito, non la voglio più vedere". Poi ha sottolineato ancora: "Ma dove sono le ragioni per giustificare una spaccatura? Siamo all'inizio di una storia politica, perché rischiare di indebolire il governo appena nato?".

In ultimo, si è rivolto a Matteo Renzi direttamente: "A Renzi dico il Pd è casa di tutti, casa tua e casa nostra. Il popolo della Leopolda è una parte del grande popolo del Pd, non separiamo questo popolo, non indeboliamoci spaccando il partito. Le diversità di leadership sono una ricchezza, un bene".

"Se questo governo non funziona, il populismo e il sovranismo è lì che incombe, non illudiamoci", ha detto Franceschini, affrontando la questione dei consensi al nuovo esecutivo giallorosso. "Abbiamo il dovere di trasformare il governo da 'governo contro' a 'governo per', con obiettivi chiari e condivisibili", ha aggiunto, ricalcando le parole del presidente Conte.

Ma non si illude Franceschini: "Sarà difficile, c'è stato un ultimo anno di violenze reciproche, noi dicevamo 'siete della Casaleggio', e loro dicevano che noi eravamo il partito di Bibbiano, ma proviamo a costruire una casa comune con i sassi che ci siamo tirati addosso a vicenda. Dobbiamo lavorare con un metodo vero delle coalizioni".

"Oggi Di Maio ha detto cose importanti sull'Umbria. Ora c'è l'Umbria - ha chiarito - poi si voterà in Emilia, Calabria, Toscana. Vedremo, un passo alla volta. Le parole di Di Maio possono essere un inizio di percorso che possiamo provare a intraprendere per evitare la vittoria della destra in una regione importante".

Su Pontida si dice preoccupato: "Abbiamo dimenticato le decine di episodi di violenza e omofobia, le armi in casa, i ragazzi picchiati davanti alle scuole? Questa era l'Italia di un mese fa, non di un anno fa, che riemerge con l'aggressione inaccettabile a Gad Lerner a Pontida e le parole inqualificabili contro Mattarella". "E Salvini ha detto, 'quel ragazzo ha usato toni sbagliati' - ha concluso - non un messaggio inaccettabile, come se i contenuti fossero giusti".

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