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Fi: gruppo Camera fa i conti, ipotesi scissione Fitto 'vale' 1 mln euro

Raffele Fitto
Raffele Fitto
08 luglio 2015 | 15.45
LETTURA: 3 minuti

La prossima settimana, probabilmente il 16 luglio, Raffaele Fitto dovrebbe ufficializzare la scissione definitiva da Forza Italia, annunciando il gruppo autonomo dei 'Conservatori e riformisti' anche alla Camera o, almeno, la costituzione di una 'componente' al Misto di 14 parlamentari. E allora potrebbero essere dolori per il presidente dei deputati forzisti, Renato Brunetta, che con 14 fittiani in meno si troverebbe con un consistente 'buco' di cassa: una cifra stimata tra i 350mila e i 900mila euro.

Cifre blu, considerati anche i tempi di magra per i partiti dopo il taglio al finanziamento pubblico e la scelta di Silvio Berlusconi di chiudere i rubinetti per le casse azzurre. In particolare, carte alla mano, a Montecitorio, ogni deputato che aderisce a un gruppo 'vale' 49mila euro l'anno. Una cifra che si dimezza con l'iscrizione a una 'componente' del Misto, come previsto dai criteri di ripartizione decisi dall'Ufficio di presidenza di Montecitorio (circa 24mila euro).

Questo significa che un eventuale gruppo autonomo dei 'Conservatori' formato da 20 persone (quota minima richiesta dal regolamento) 'pesa' ben 980mila euro, mentre una 'componente' del Misto costituita da 14 deputati fedelissimi di Fitto (tra questi i 7 pugliesi Nuccio Altieri, Roberto Marti, Rocco Palese, Antonio Distaso, Gianfranco Chiarelli, Benedetto Fucci, Nicola Ciriacì a cui si aggiungono Daniele Capezzone, Cosimo Latronico, gli ex aennini Maurizio Bianconi e Massimo Corsaro), vale poco meno di 350 mila euro.

Il 'contributo annuale' che spetta a ogni gruppo parlamentare, infatti, viene utilizzato soprattutto per le spese del personale e dei servizi (dalle bollette telefoniche alle consulenze esterne all'attività politica e di comunicazione).

Ne sa qualcosa Paolo Romani, che il 3 giugno scorso, dopo il voto alle regionali, ha perso 10 senatori azzurri (Cinzia Bonfrisco, Francesco Bruni, Luigi D'Ambrosio Lettieri, Eva Longo, Pietro Liuzzi, i campani Ciro Falanga, Lionello Pagnoncelli, Luigi Perrone, Lucio Tarquinio, Vittorio Zizza, più Tito Di Maggio dal Pi e Antonio Milo di Gal), passati in blocco con Fitto per dar vita a un gruppo parlamentare autonomo.

Il presidente dei senatori di Fi non ha certo sorriso, infatti, quando non ha potuto più contare sul 'contributo al gruppo' dovuto dai fuoriusciti pari a complessive 590 mila euro l'anno (nel dettaglio, 59mila euro a testa per 12 mesi).

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