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Eutanasia, Cei: "Parlamento intervenga prima della Consulta"

Appello del presidente Gualtiero Bassetti: "Evitare che una sentenza provochi lo smantellamento del reato di aiuto al suicidio"

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11 settembre 2019 | 16.36
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Il Parlamento legiferi al più presto sul fine vita, intervenga prima che si pronunci la Consulta. E’ il forte appello del presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, all’incontro organizzato a Roma dalle realtà cattoliche. "Incaricato dalla Corte costituzionale di legiferare attorno alle questioni dell’eutanasia e della morte volontaria, il Parlamento - ha denunciato -si è limitato a presentare alcune proposte di legge, senza pervenire né a un testo condiviso, né ad affrontare in modo serio il dibattito. Ora, per evitare che una sentenza della Consulta provochi lo smantellamento del reato di aiuto al suicidio, il Parlamento - come ha auspicato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte - dovrebbe in breve tempo poter discutere e modificare l’art. 580 o, comunque, avviare un iter di discussione della legge che potrebbe indurre la Corte stessa a concedere un tempo supplementare".

"La via più percorribile - ha indicato Bassetti -sarebbe quella di un’attenuazione e differenziazione delle sanzioni dell’aiuto al suicidio, nel caso particolare in cui ad agire siano i familiari o coloro che si prendono cura del paziente. Questo scenario, tutt’altro che ideale, sarebbe comunque altra cosa rispetto all’eventualità di una depenalizzazione del reato stesso".

Se si andasse nella linea della depenalizzazione, - ha avvertito - il Parlamento si vedrebbe praticamente costretto a regolamentare il suicidio assistito. Avremmo allora una prevedibile moltiplicazione di casi simili a quello di Noa, la ragazza olandese che ha trovato nel medico un aiuto a morire, anziché un sostegno per risollevarsi dalla sua esistenza tormentata. Casi come questi sono purtroppo frequenti nei Paesi dove è legittima la pratica del suicidio assistito”.

“In realtà, ben prima che sul reato di suicidio, - ha osservato il presidente Cei - i lavori parlamentari dovrebbero essere dedicati a una revisione delle Disposizioni Anticipate di Trattamento, approvate con la legge 219, del dicembre 2017. Le disposizioni contenute in quel testo, infatti, rappresentano il punto di partenza di una legge favorevole al suicidio assistito e all’eutanasia. La legge 219 andrebbe, infatti,rivista laddove comprende la nutrizione e l’idratazione assistite nel novero dei trattamenti sanitari, che in quanto tali possono essere sospesi; così, andrebbero chiarite le circostanze che la legge stabilisce per la sedazione profonda e dovrebbe essere introdotta la possibilità di esercitare l’obiezione di coscienza alla norma. Andrebbe, infine, rafforzato il ricorso alle cure palliative, la cui importanza è cruciale nell’offrire il necessario sollievo alla sofferenza del malato”.

Rivedere legge su biotestamento - "La equivocità sulla legge sul biotestamento - ha detto Bassetti- è resa evidente se messa in rapporto con il drammatico epilogo della vicenda di Lambert e al quale in Italia, proprio in virtù della legge 219, sarebbero state sospese nutrizione e idratazione, mediante l’accordo tra il medico e il legale, anche senza alcun coinvolgimento del giudice". In particolare, per Bassetti " la legge 219 andrebbe rivista laddove comprende la nutrizione e la idratazione assistite nel novero dei trattamenti sanitari, che in quanti tali possono essere sospesi; così andrebbero chiarite le circostanze che la legge stabilisce per la sedazione profonda e dovrebbe essere introdotta la possibilità di esercitare obiezione di coscienza alla norma".

Peso per la famiglia - "La volontà di togliersi la vita, anche se attraversata dalla sofferenza e dalla malattia, rivela una mentalità diffusa che porta a percepire chi soffre come un peso”, ha denunciato il presidente della Cei. “Il malato diventa un peso per la famiglia, le cui maglie si allargano e il cui abbraccio nel nostro contesto sociale diventa fatalmente meno capace di sostenere chi è più debole. Il malato sperimenta, poi, di essere un peso perché l’assistenza assume un volto sempre meno umano e sociale; sulla bilancia dei costi e dei benefici, la cura di cui ha bisogno diventa sconveniente e gravosa”, la denuncia del porporato.
"È drammatico - ha detto - che la condizione di chi è meno autonomo sia percepita come una zavorra per la famiglia, per la società e per la comunità dei “forti". A bene vedere, - ha annotato Bassetti - questa visione si fonda su un presupposto utilitaristico, per il quale ha senso solo ciò che genera piacere o qualche forma di convenienza materiale. Dobbiamo guardarci dall’entrare anche noi, presto o tardi, nel vortice dell’indifferenza".

Casellati - Sul tema del fine vita è più che mai necessario "favorire un confronto" senza risposte date sull’onda emotiva. E' il messaggio che la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati ha inviato al summit organizzato a Roma dalle associazioni cattoliche per chiedere al Parlamento di legiferare sul fine vita prima che intervenga la Consulta. Nel messaggio l’invito di Casellati ad approfondire il tema "con serenità e senso di responsabilità".

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