Le parole della leader FdI sull'alleanza di centrodestra, lavoro e golden power
"Governiamo insieme 15 regioni, abbiamo governato insieme in passato e non mi pare ci siano mai stati problemi. Stiamo insieme per scelta e per condivisione, di là stanno insieme per abbattere noi". Lo dice a Radio 24 la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda sulla solidità dell'alleanza di centrodestra e sulla possibilità che dopo le elezioni si sfaldi.
"La compilazione delle liste porta sempre polemiche. Negli ultimi tempi, soprattutto con l'avvento dei 5 stelle, si pensa che entrare in Parlamento sia una pesca delle occasioni, questo ha aperto la strada a una mentalità per cui chiunque, senza aver fatto la gavetta, poteva arrivare in parlamento, e quindi ci sono tante persone che aspettano di farlo", ha detto ancora meloni aggiungendo: "Noi cercheremo di fare le liste nel modo più meritocratico possibile, io sarei addirittura per le preferenze. Va bene la società civile, ma io parto sempre dai territori - spiega la leader di Fdi - chi fa politica per passione, anche prima di prendere lo stipendio, credo che sia molto affidabile, e infatti si è visto negli ultimi tempi con Fratelli d'Italia, che è un partito granitico".
"Sui salari sono d'accordo, vanno aumentati, ma il salario minimo non è soluzione, è uno specchietto delle allodole", ha continuato sul tema del lavoro. "Da questo punto di vista - spiega Meloni - l'Europa trattava l'italia come una nazione di riferimento, perché la gran parte dei lavoratori ha un contratto nazionale, e quasi tutti i contratti nazionali prevedono una paga minima. Bisogna intervenire invece sul cuneo fiscale, tagliare le tasse sul lavoro".
"Ad esempio, non ho condiviso la scelta del governo Draghi che ha spalmato sull'irpef 8 miliardi di euro, perché l'impatto è minimale, troppo ampia la platea. Io avrei agito sul cuneo, lato lavoratore. La proposta di Fratelli d'Italia è quella del più assumi meno paghi".
"La golden power va assolutamente estesa, sono per la difesa della nostre produzioni strategiche, dei marchi e delle infrastrutture strategiche", sottolinea ancora Meloni.
Partendo dalla rete unica sulle telecomunicazioni, Meloni spiega: "è un dossier delicato, si rischiano importanti oscillazioni. La posizione di Fratelli d'Italia è di avere una rete unica, come in tutte le grandi democrazie, di proprietà pubblica non verticalmente integrata. Quindi bisogna scorporare la proprietà della rete, che non è privata da nessuna parte, dalla vendita del servizio. In Germania, la rete di comunicazione è in mano al pubblico. Una infrastruttura strategica non può essere lasciata in mano ai privati, soprattutto se stranieri".
"Credo che la golden power vada estesa - ricorda Meloni - fu attivata su proposta di Fdi, al tempo del Conte I durante la pandemia, e questo ci ha consentito di salvare moltissime aziende italiane. E non si dica, come dirà la sinistra, che siamo statalisti, perché il loro mito, Macron, quando Fincantieri voleva acquistare Saint Nazaire, nazionalizzò Saint Nazaire proprio per evitare che finisse in mani italiane. Le nazioni difendono le loro infrastrutture strategiche".