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Donato, la pasionaria 'Eurexit' che corre con la Lega

In un intervista all'AdnKronos, l'avvocata in lista nell'Italia insulare dichiara di essere pronta al dialogo per cambiare l'Ue: "Via i poteri alla Bce"

Francesca Donato(Foto da profilo Facebook)
Francesca Donato(Foto da profilo Facebook)
16 aprile 2019 | 15.58
LETTURA: 3 minuti

di Francesco Saita

A Bruxelles andiamo per cambiare l'euro "perché così non possiamo continuare". E quindi serve anche di "cambiare pelle alla Bce, mettere mano ai poteri che ha in termini di finanziamento della spesa pubblica dei Paesi Ue". Sui trattati poi "quello di Maastricht e il tetto 3% deficit/Pil vanno sciolti o almeno ridiscussi". Ecco l'agenda di lavoro della pasionaria euroscettica Francesca Donato, in lista con la Lega di Salvini, in corsa nella circoscrizione insulare, pronta a trovare posto nel trolley per Bruxelles.

Intervistata dall'AdnKronos spiega che per fare "questa rivoluzione" bisogna puntare a far condividere le nostre idee "anche a chi non fa parte del fronte sovranista" perché "è il momento di portare a casa i risultati". "Se dovessi superare il test elettorale - spiega la presidente di Eurexit - primo obiettivo è quello di creare un fronte 'allargato' nel Parlamento , non solo sovranista, ma anche coeso per gli obiettivi comuni per le riforme".

"Si punta a essere decisivi per poter influire davvero sull'attività legislativa del Parlamento della Ue, che ha come compito quello di approvare o no le leggi della Commissione", spiega l'avvocata marchigiana, che vive da tanti anni a Palermo.

SOVRANISTI AL 35% - La candidata voluta da Salvini immagina di "far parte di un fronte che raggiungerà il 30-35% degli europarlamentari, numeri che ci permetteranno, se sarà necessario, di bloccare l'attività o decidere per la formazione della nuova Commissione". Intanto si deve lavorare per una maggiore "trasparenza, traducendo le leggi europee in modo comprensibile, visto che cose importanti come i trattati sono di difficilissima comprensione".

Nel mirino finiranno "sicuramente l'accordo di Maastricht" e la regola che impone agli stati membri un rapporto tra deficit pubblico e Pil non superiore al 3%". "Questi vincoli - aggiunge - sono da rimodulare, o addirittura da sciogliere". "Noi - argomenta - rischiamo l'implosione se non cambiamo le regole europee, non il contrario. La Brexit dimostra proprio questo: se non si cambia si va via dalla Ue".

Infine il capitolo euro: "l'Eurozona va cambiata, può diventare sostenibile solo se si riesce a cambiare: dobbiamo discutere di tutte le ipotesi in campo, ad esempio se convenga fare un euro per il Nord e uno per il Sud, la doppia moneta, o anche pensare a un euro flessibile, come ipotizzato da Stiglitz". "Dovremo capire chi può essere d'accordo, ma gli unici a cui quest'euro va bene sono i tedeschi, e allora metteremo la Merkel di fronte a una scelta, se accettare o no il cambiamento".

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