I gruppi parlamentari Pd si interrogano sulla mossa del segretario
Totalmente spiazzati dalle dimissioni di Nicola Zingaretti. Sia alla Camera che al Senato i gruppi parlamentari Pd non sapevano nulla delle intenzioni del segretario. "Stamattina ci sono anche state delle riunioni al Nazareno ma non c'era niente di simile nell'aria", si spiega in ambienti parlamentari dem dove ci si interroga sulle intenzioni di Zingaretti e l'annuncio di presentare nelle prossime ore le dimissioni. Un vero addio? O una mossa per stoppare lo 'stillicidio', come lo ha definito nel post su Facebook in cui ha dato l'annuncio? "Se fosse così è l'arma fine del mondo, un terremoto dell'ottavo grado...". E c'è anche chi ipotizza la candidatura a sindaco di Roma. I telefoni dei dem intanto ribollono, tutti in cerca di una spiegazione.
Anche i dirigenti dem che lavorano a stretto contatto con il segretario sono rimasti scioccati dall'annuncio. Oggi pomeriggio alle 15 c'è stata una riunione con Zingaretti sul voto amministrativo e, a quanto viene riferito, non ci sarebbe stato "nessun minimo accenno" alle dimissioni.
"Qualche settimana fa era davvero provato e un po' abbiamo temuto -racconta un big Pd - ma poi dopo l'ultima Direzione, il clima era cambiato, Nicola era di nuovo carico sulle cose da fare, la linea da seguire...". Quindi perché l'annuncio? Si chiedono i dem. E c'è chi giudica lo spariglio del segretario "una buona mossa di poker. Una mossa per anticipare la discussione e chiuderla definitivamente in Assemblea".
Insomma, Zingaretti punterebbe alla riconferma in assemblea. Matteo Ricci, neo coordinatore dei sindaci dem, lo ha subito auspicato a stretto giro: "Comprensibile e condivisibile lo sfogo di Zingaretti, ma Nicola deve rimanere e continuare il suo mandato con la rinnovata spinta dell’Assemblea". Come Francesco Boccia: "Penso che l'Assemblea nazionale abbia una sola strada: chiedergli di restare segretario del Pd che, grazie alla sua guida, è uscito da uno dei periodi più bui della sua storia”.
Nessun accenno alle dimissioni dalla segreteria dem di Nicola Zingaretti, piombate pochi minuti prima del Consiglio dei ministri. Una riunione lampo, appena mezz'ora per dare il via libera al dl che rinvia le elezioni in autunno, causa Covid, e il disco verde alla nomina del nuovo capo della Polizia, il prefetto Lamberto Giannini. Fonti di governo assicurano all'Adnkronos che non c'è stato alcun commento al passo indietro del segretario dem durante la riunione tra il premier Mario Draghi e i ministri.