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Conte si è dimesso, consultazioni da domani

Al Quirinale il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Governo in carica per gli affari correnti. Il premier al Colle dopo aver comunicato in Cdm la volontà di dimettersi: "Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme"

(Afp)
(Afp)
26 gennaio 2021 | 09.22
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Il premier Giuseppe Conte si è recato oggi al Quirinale per rimettere il suo mandato nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella. Il colloquio con il presidente della Repubblica è durato circa 30 minuti.

"Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del governo da lui presieduto - ha reso noto in un comunicato il segretario generale della Presidenza delle Repubblica, Ugo Zampetti - Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, mercoledì 27 gennaio".

"Il calendario delle consultazioni - ha aggiunto - sarà reso noto attraverso l’Ufficio stampa".

Intanto ambienti del Colle rendono noto che sono "totalmente infondate" le ricostruzioni giornalistiche che parlano di "irritazione" del capo dello Stato riguardo a un presunto ritardo del premier nel salire al Quirinale per presentare le dimissioni.

Le stesse fonti sottolineano che l'appuntamento alle 12 era infatti stato già concordato all'inizio della mattinata di oggi dai due presidenti.

Dopo aver lasciato il Quirinale, Conte è andato a Palazzo Giustiniani dove ha avuto un colloquio di oltre mezz'ora con la presidente del Senato Elisabetta Casellati, poi si è recato a Montecitorio per incontrare il presidente della Camera Roberto Fico. Il colloquio è durato circa un'ora e un quarto. Si tratta di una durata inusuale per un colloquio che in genere, per prassi, dura di solito pochi minuti trattandosi di una formalità istituzionale. Il premier è poi rientrato a Palazzo Chigi.

IL CDM - Conte aveva comunicato la volontà di dimettersi questa mattina in Consiglio dei ministri.

"Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro per ogni giorno di questi mesi insieme". Così, a quanto apprende l'Adnkronos, il premier in Cdm. La riunione è durata 40 minuti, poi Conte a Palazzo Chigi si è riunito con i suoi più stretti collaboratori prima di salire al Quirinale.

Il premier non terrà nessuna conferenza stampa. "Non era in programma, non verrà convocata", confermano dal suo staff, dopo che la notizia di una possibile conferenza era rimbalzata con forza nelle ultime ore. Non è tuttavia escluso, riferiscono alcuni bene informati, che il premier motivi la sua decisione in un video o una dichiarazione che potrebbe essere diffusa nelle prossime ore.

In Cdm "sostegno e compattezza" dai capi delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu).

"Quando siamo partiti sapevamo di avere di fronte un percorso difficile, per le distanze politiche tra i soggetti che hanno dato vita a questo governo - avrebbe detto, a quanto si apprende, Dario Franceschini - Non ci aspettavano certo di dovere affrontare una pandemia e una delle fasi più difficili della storia della Repubblica. L’abbiamo fatto al meglio delle nostre capacità e crediamo con molti risultati positivi, grazie alla guida del presidente Conte e al sostegno delle nostre forze politiche".

"Questo cammino - avrebbe sottolineato il capo delegazione Pd in Cdm - ci consente oggi di pensare a questa maggioranza anche in prospettiva, come un'area di forze riformiste alleate non solo temporaneamente. Per questo è fondamentale salvare questa prospettiva anche nel percorso della crisi che abbiamo davanti".

REAZIONI - Sono ore concitate e la politica è in fibrillazione. "Siamo e restiamo al fianco del Presidente Giuseppe Conte, che ringraziamo per l'enorme contributo che ha dato al Paese e che, ne siamo certi, può ancora dare. Riteniamo che sia l'unica persona che in questa fase storica possa rappresentare la sintesi e il collante di questa maggioranza" scrive su Facebook il capo politico del M5S Vito Crimi.

"L’Italia deve reagire in fretta. È il momento della verità, in queste ore capiremo chi difende e ama la Nazione e chi invece pensa solo al proprio tornaconto" sottolinea in un post il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Alla Camera intanto si svolge il vertice del centrodestra. Al tavolo i leader di Lega, FdI e Fi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Silvio Berlusconi è collegato da remoto. Con loro i rappresentanti delle formazioni centriste, tra cui l'Udc Antonio De Poli. A quanto si apprende tra i temi da affrontare anche le consultazioni al Quirinale, con la scelta di andare in unica delegazione del centrodestra o no.

Mentre si terrà domani l'assemblea dei gruppi con Matteo Renzi. Lo si apprende da fonti di Italia Viva. "Da parte nostra non c'è nessun veto", si ribadisce tra i renziani. Così come sottolinea Ettore Rosato a Rainews: "Conte? Noi mai abbiamo messo veti su nessuno. Non lo abbiamo fatto a dicembre, né in aula quando ci siamo astenuti e non lo facciamo neanche adesso". Ma, aggiunge, "serve un governo più solido".

CONSULTAZIONI - Le consultazioni saranno naturalmente con copertura mediatica garantita, ma con alcuni limiti imposti dall'emergenza sanitaria in corso. Un inedito rispetto ad un protocollo seguito nelle varie crisi in più di settant'anni, che subirà delle modifiche necessarie come spiegato in una nota della Presidenza della Repubblica.

Le consultazioni al Quirinale - si legge nella nota - avranno inizio domani, mercoledì 27 gennaio 2021. Il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio stampa. Nel rispetto delle disposizioni vigenti sull’emergenza epidemiologica, le consultazioni si seguiranno in diretta streaming sul canale YouTube della Presidenza della Repubblica e sul sito www.quirinale.it.

Su richiesta dell’Ordine dei giornalisti e dell’Associazione della stampa parlamentare si è deciso di ammettere un numero ristretto di giornalisti (senza telecamere) per seguire le dichiarazioni dei Gruppi parlamentari e per rivolgere loro eventuali domande.

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