L'opinione dei sondaggisti Maurizio Pessato, Renato Mannheimer e Fabrizio Masia all'Adnkronos
Crisi di governo e dimissioni del premier Giuseppe Conte. Elezioni anticipate all'orizzonte? La prospettiva non sembra piacere alla maggioranza degli italiani. A spiegarlo sono i sondaggisti Maurizio Pessato, Renato Mannheimer e Fabrizio Masia che, intervistati dall'Adnkronos, illustrano cosa dicono le ultime rilevazioni sul tema.
Gli italiani, almeno 4 su 5, sono contrari ad andare subito alle urne, al di là delle loro preferenze politiche, per i timori legati alla campagna di vaccinazione contro il coronavirus e al piano europeo di sostegno economico al Paese. Quanto al premier dimissionario, l'apertura della crisi di governo non scalfisce al momento la sua popolarità, anche perché non viene imputata a lui la colpa del precipitare degli eventi politici. E anche chi non si mostra entusiasta della sua guida, preferisce che resti comunque al volante fino a che non si arrivi al 'casello'. E' questo in sintesi il quadro che illustra Pessato, vicepresidente della Swg, all'Adnkronos.
"Sicuramente, nell'opinione pubblica prevale di gran lunga la richiesta di stabilità politica, anche se ovviamente non tutti amano il governo Conte. Ma l'80% degli italiani si mostra contrario alle elezioni anticipate - riferisce Pessato - un po' per le preoccupazioni riguardo al coronavirus e ai possibili intoppi nell'organizzazione della distribuzione dei vaccini; un po' per i timori legati alle proprie attività nel caso di chi lavora in proprio, specie nei settori dell'impresa, del commercio, della ristorazione, del turismo, temendo un danno economico ancora più forte da una crisi che metterebbe in discussione persino il Recovery Plan e dunque i fondi europei in aiuto al Paese".
Inoltre, "in maggioranza, gli italiani giudicano comunque buona la prova di Conte, che non perde quote di popolarità dopo l'apertura della crisi di governo, in quanto la colpa non viene addossata a lui e alla sua azione bensì alle mosse politiche decise da Renzi. Lui al momento arriva 'intonso' alla crisi di governo". Questo, tiene a precisare Pessato, "non vuol dire ovviamente che tutti coloro che chiedono stabilità voterebbero poi per Conte o per il centrosinistra alle elezioni; in tanti sono pronti a votare per il centrodestra, ma non ora". Ora, "gli italiani chiedono che si vada avanti, senza elezioni anticipate, per affrontare le emergenze sanitarie ed economiche. Anche se in pochi sono convinti che un nuovo equilibrio politico possa durare per due anni, fino al termine naturale della legislatura".
Anche per il sondaggista Renato Mannheimer la maggior parte degli italiani è contraria alle elezioni anticipate ed è anche convinta che alla fine non si andrà alle urne e che il premier Conte resterà in sella. Ma se si dovesse andare al voto, la preferenza resta al centrodestra, anche se il suo vantaggio sugli avversari politici sta diminuendo. Questa la situazione politica italiana, dopo l'apertura formale della crisi di governo, inquadrata per l'Adnkronos.
"Gli italiani continuano a capirci poco di questa crisi, delle sue cause e dei motivi di chi l'ha aperta; e del resto neanche gli addetti ai lavori sembrano capirci molto di più... - premette Mannheimer - Ma una cosa è chiara: pensano che si stia perdendo tempo e almeno tre se non quattro su cinque, diciamo intorno al 70%, non vogliono andare a elezioni anticipate". Per il sondaggista, "la maggioranza della popolazione resta al fianco di Conte e vuole che continui a governare: la crisi non viene attribuita a lui ma a Renzi e per la maggior parte aprire la crisi di governo non è un merito ma una colpa del leader di Italia Viva. A Conte vengono invece attribuite delle critiche sull'azione di governo, questo sì, specie da chi vota Lega e Fdi; ma resta il sostegno degli elettori di M5s e in gran parte anche di quelli del Pd".
Certo, osserva Mannheimer, "l'elettorato di centrosinistra complessivamente non arriva alla metà dei voti e il centrodestra resta in vantaggio nelle previsioni elettorali; ma questo vantaggio sembra che stia diminuendo, che la forbice che separa i due schieramenti si stia riducendo". Ma se almeno la metà degli italiani voterebbe per il centrodestra, che vuole andare alle urne, ma tre italiani su quattro si dicono contrari alle elezioni anticipate, non tutti i calcoli tornano...
"Infatti, una fetta cospicua di elettori di centrodestra, in questo momento e su questo tema, non si allinea con i rispettivi leader, specie con Salvini e Meloni propensi al voto subito. I numeri dicono che c'è un 'vuoto'. Ma ciò non vuol dire che poi non li voterebbero", replica Mannheimer.
In ogni caso, "c'è l'area che possiamo definire di centro, che se vogliamo allargarla al massimo potrebbe andare ora da Berlusconi a Renzi, che non è forte dal punto di vista elettorale, ma lo è come peso politico specifico. Parlamentari di questa area potrebbero essere 'conquistati' per garantire la vita di un governo Conte ter 'allargato', garantendosi altri due anni in Parlamento, fino a termine legislatura", conclude.
Una crisi con tante soluzioni possibili e altrettante incognite, più o meno probabili; con le elezioni anticipate da considerare come l'ultima 'ratio' e in tal senso l'opzione più improbabile fra tutte e anche quella meno auspicata dagli italiani, anche se regna l'incertezza più totale. E' la visione sulla crisi di governo che propone all'Adnkronos il sondaggista Fabrizio Masia della Emg. "Gli scenari possibili sono tanti, anche molto diversi fra loro ma nessuno da escludere a priori - premette Masia - La gestione della crisi di governo resta nelle mani del Presidente della Repubblica, che dovrà fare comunque i conti con i numeri espressi dal Parlamento. Se non si materializzerà una maggioranza con numeri sufficientemente solidi, diventerà difficile per il Capo dello Stato affidare un nuovo incarico a Conte per un suo governo ter".
In campo, per il sondaggista, "restano comunque sia un Conte ter con una corposa maggioranza di responsabili specie al Senato o con un gruppetto di costruttori cui potrebbe aggiungersi anche Italia Viva come rafforzamento numerico; o la ricerca di un 'algoritmo politico' che faccia trovare un premier che rappresenti la vecchia maggioranza ma senza più Conte alla guida; oppure una sorta di governo istituzionale con maggioranza allargata".
Se poi "nessuna di queste ipotesi si realizza, se non si trova nessuna 'quadra', allora non restano che le elezioni anticipate, che però - ribadisce Masia - sommando tutte le quattro ipotesi precedenti, restano la soluzione meno probabile, oltre che la meno auspicata in questo particolare momento dagli italiani".
Anche se, sottolinea il sondaggista, "molto dipende da come si pone la questione: se si chiede di scegliere fra governo e voto, gli italiani scelgono il governo; ma se si chiede di scegliere fra elezioni e caos, scelgono le urne... Al gioco della torre 'Conte o voto' il Paese si spacca in due; con una domanda più articolata, la soluzione governativa resta quella preferita".
(di Enzo Bonaiuto)