L'ex premier: "Solo maggioritario e doppio turno danno stabilità. Legge elettorale va fatta per l'eternità non per le elezioni successive"
Dall'elezione del capo dello Stato "la destra che sembrava un corpo unito si picchia come i burattini siciliani, come i Pupi. Non c'è bisogno di una analisi, il problema è vedere come va avanti il gioco in futuro. Per questo si parla di legge elettorale, è necessario". Così Romano Prodi a Rainews24.
Legge elettorale
"Abbiamo avuto un grande cambiamento, la legge dei sindaci, prima era tutto un caos. Io dico con la massima semplicità che serve un maggioritario con il doppio turno, sono solo, tutti dicono proporzionale, io cerco di capire ma non riesco perché la stabilità si fa con il doppio turno", ha detto Prodi. "Vogliamo la stabilità? La stabilità si fa con una legge simile a quella dei sindaci. Abbiamo una esperienza positiva, la volgiamo utilizzare?", ha aggiunto l'ex premier. "Io non guardo alla posizione dei singoli partiti. La legge elettorale va fatte per l'eternità non per le elezioni successive", ha poi sottolineato.
Quirinale
"Adesso il vero problema è che il governo deve dare un senso di decisione rapida, forte, dire che il presidente ci ha dato alcune cose molto precise da fare. Deve in pochi giorni mettere mano alla giustizia, come ha detto Mattarella, che ha indicato due-tre riforme della giustizia molto precise. Bisogna fare quelle altrimenti lo scoramento diventa disperazione".
Centro
"I partiti non nascono mai con un accordo tra 4 persone. O qualcuno si mette in giro per il Paese con un programma nuovo, trascinando la gente, o nascono cosette che invece del 2 vanno a 4%. Non è questo che cambia il Paese, non sono i nomi. Il problema è la disparità, la riforma delle strutture per i giovani, la scuola, la giustizia", ha detto ancora Prodi.
"Facciamo una analisi delle fusioni tra partiti piccoli, c'è stato un successo ma non scaldano. Si uniscono per fare cosa? Un mito del centro quando i partiti radicati non ci sono più? Non c'è nessuno che rappresenta il centro?", ha aggiunto.
Per il nuovo Centro, Berlusconi "può essere un punto di aggregazione, glielo auguro. Però con quale programma?", ha quindi affermato l'ex premier.
Pd
"Se non si impara la lezione che la sinistra vince solo se unisce, allora è meglio che perda", ha sottolineato aggiungendo: "Si deve imparare dalla storia, io sono tranquillo. C'è qualche ipotesi di questo tipo, l'avvicinamento di Bersani a Letta, un dialogo che si fa più fitto. Ma poi c'è qualcuno che dice, vanno troppo a sinistra. Ma quando si creano partiti con grandi dimensioni la mediazione c'è sempre, non si va mai agli estremi", ha aggiunto l'ex premier.