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TERZO POLO

Calenda vs Renzi, accuse incrociate: "Prendi soldi da dittatori", "Grillino"

Il numero uno di Azione: "Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico". Il leader Iv: "Lasciamo il fango a chi lo diffonde"

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15 aprile 2023 | 14.11
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Accuse incrociate, stoccate a colpi di tweet e dichiarazioni al vetriolo. Dopo la rottura tra Azione e Italia Viva e il naufragio del progetto del Terzo polo per il partito unico, è battaglia aperta tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ad aprire il primo round di oggi, dopo le altissime tensioni dei giorni passati, è Calenda che - dopo aver chiesto ai suoi di mantenere un rigido silenzio stampa - affida a una serie di tweet riflessioni, accuse e attacchi nei confronti del leader di Iv.

"Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri", scrive in un primo cinguettio il leader di Azione. per poi aggiungere: "Non ho preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Non ho mai incontrato un magistrato se non per ragioni di servizio. Mai sono entrato nelle lottizzazioni del CSM", scrive, mentre ricorda di aver "rotto con il Pd quando ha tradito la parola alleandosi con Renzi e i 5S. Ho rotto con Letta quando ha trasformato l’agenda Draghi in quella Bonelli/Fratoianni/Di Maio. Non sono caduto nella fregatura di Renzi e Boschi sul finto partito unico". Ancora a chi lo accusa di aver rotto per questioni personali dice "gli Ego o la litigiosità non c’entrano nulla. Tutti i politici hanno un Ego. Per quello di Bonino consiglio di rileggersi Pannella. C’entra la volontà di fare politica in modo serio, onorevole e onesto. Buona giornata". Infine la stoccata nella replica al renziano Bonifazi "che mi accusa di assenze. È una classifica fatta su 25 giorni di voti già superata. Quando non ero in Senato ero a fare iniziative sul territorio per azione e Iv. Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi".

Nessun tweet o intervista, ma è attraverso la consueta enews che Renzi replica agli attacchi dell'ex compagno politico. "In queste ore Carlo Calenda sta continuando ad attaccarmi sul piano personale, con le stesse critiche che da mesi usano i giustizialisti. Sono post e tweet tipici dei grillini, non dei liberal democratici", scrive il leader Iv, aggiungendo: "Tuttavia io non replico. Se sono un mostro oggi, lo ero anche sei mesi fa quando c’era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste. Se sono un mostro oggi, lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo Polo, come sindaco di Roma, come membro del Parlamento europeo. O addirittura quando l’ho nominato viceministro, ambasciatore, ministro", spiega.

"Sul garantismo di chi paragona un avviso di garanzia a una condanna non ho nulla da aggiungere. Sull’arte politica di chi distrugge un progetto comune per la propria ira non ho nulla da aggiungere. Sulla serietà di chi attacca le persone per non confrontarsi sulle idee non ho nulla da aggiungere", sottolinea Renzi, che quindi chiede "scusa a tutti gli amici che credono nel riformismo e nel Terzo Polo per l’indecoroso spettacolo di questa settimana. Ho fatto di tutto per evitare di giungere a questo epilogo. Ci ho creduto ma non ci sono riuscito".

"Penso che chi ha avuto responsabilità in questo fallimento debba chiedere scusa. E io lo faccio - per la mia quota parte - con la consapevolezza che ho fatto di tutto fino all’ultimo per evitare il patatrac. Questo è il mio appello di giovedì mattina. Questo era il documento proposto da IV per evitare la rottura. Non è bastato", aggiunge il leader di Iv, che continua: "Vi meritate una Politica con la P maiuscola, non questa settimana di follie via twitter. La politica come scambio di idee, come rispetto umano, come confronto tra progetti, come capacità di mettersi in gioco. La politica come sogno".

"Non abbassate mai la politica a uno scontro personale, a un’aggressione personale, a una lotta personale. La politica è sogno, non fango. Quando qualcuno vola basso, voi puntate in alto ci disse una volta Michelle Obama. Facciamolo in queste ore -prosegue l'ex premier-. Non replichiamo alle aggressioni giustizialiste. Riprendiamoci il sorriso. Lasciamo il fango a chi lo diffonde, torniamo a sognare e a proporre idee".

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