Un partito "maldiretto da un gruppo dirigente senza carisma", caratterizzato dai "vizi di un minoritarismo comunista" che ha "eletto per inerzia Nicola Zingaretti" alla segreteria. E' l'impietosa analisi con la quale la deputata Enza Bruno Bossio, sollecita, in un intervento sulla sua pagina Facebook, lo scioglimento del Pd, in coincidenza con l'anniversario della morte di Enrico Berlinguer, avvenuta a Padova il 7 giugno del 1984.
"Quando muore un leader - scrive Bruno Bossio - improvvisamente, si ha subito la percezione che nulla sarà più come prima. E il dopo, invece di costringere ad imparare dagli errori del passato, spesso ne svuota il guscio e li lascia fermentare fino a diventare colpe irreparabili. Così è stato per il Pci, che certo doveva essere superato, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino, ma non poteva essere rinnegato senza fare i conti con la propria storia. E oggi dopo 36 anni abbiamo un partito maldiretto da un gruppo dirigente senza carisma, ma con tutti i vizi del minoritarismo comunista.
"Aveva ragione Orfini quando ha cercato in tutti i modi di opporsi alla celebrazione stanca di un congresso di un Pd senza storia che ha eletto per inerzia Nicola Zingaretti. E allora facciamolo adesso! Sciogliamo il Pd. Ma non per fare piccoli patteggiamenti con Leu e qualcos’altro. Una rifondazione che parta da quel tragico giugno 1984, passando per la Bolognina fino al 2007. Il Covid ha scoperto molti errori nel modello di sviluppo dell’Occidente. E noi siamo una parte di essi. Più presto ce ne accorgiamo meglio sarà per tutti", conclude la deputata del Pd.