"La Chiesa ascolti anche l’altra campana", afferma il presidente della regione Veneto
"L’Autonomia, nata in Veneto, ha avuto un percorso costellato da un dibattito invariabilmente acceso. Ma confesso di aver letto per due volte le dichiarazioni di monsignor Savino che ho trovato tranchant e che, a mio avviso, non rispecchiano la realtà. Francamente, quando si evoca il Far West si evoca l’immagine di una terra senza legge... Ora, se dobbiamo restare ai fatti: questa riforma non è altro che un mastodontico processo di decentramento amministrativo, non si sottrae nulla a nessuno. Ecco perché questa, fra tante critiche, mi ha colpito in particolar modo. Da cattolico trovo offensivo che si ipotizzino cattolici buoni e cattivi, talmente “cattivi” da pianificare scientemente di lasciar morire di fame i primi... Peraltro mi resta un dubbio". Lo afferma, in una intervista al Corriere della Sera, Luca Zaia che dopo le dichiarazioni del vicepresidente della Cei e vescovo di Cassano all’Ionio, Francesco Savino, sull’Autonomia Luca Zaia scrive al presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi.
"Offro ufficialmente la preparazione dei nostri esperti: autorevoli professori universitari nelle materie fiscali, economiche e giuridiche che rispondano, nel merito e documenti ufficiali alla mano, a qualsiasi dubbio abbiano i vescovi, diciamo un question time tecnico sull’Autonomia per i vescovi italiani. Può essere un’opportunità", spiega Zaia aggiungendo che "la Chiesa è un interlocutore importante per il suo ruolo cruciale nella comunità. Se sui temi etici la sua posizione, per competenza diretta, diciamo così, è insindacabile, su una riforma che attiene alla struttura dello Stato italiano, è importante abbia a disposizione tutte le informazioni per poter procedere a una valutazione puntuale".
"La Chiesa riveste il ruolo dell’autorità spirituale che indica la via, che è madre accogliente, in grado di ascoltare il dibattito, elevarsi e, infine, dare la sua opinione. Cosa che in questo caso non è avvenuta - rimarca Zaia - , purtroppo quelle dichiarazioni non sono nel solco della fratellanza. Ciò detto, ho profonda fiducia nell’operato del cardinale Zuppi. Capita che le sue posizioni non sempre collimino con le nostre ma lasciamogli fare il suo mestiere dato che lo fa egregiamente: davanti a una riforma non banalizzabile coglierà l’occasione di approfondire per scongiurare il rischio di spaccare la comunità".