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Appalti, Forza Italia nel caos

(AFP)
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08 maggio 2019 | 07.01
LETTURA: 5 minuti

di Vittorio Amato
Un uno-due micidiale colpisce Forza Italia in Lombardia. L'arresto per corruzione di due esponenti di spicco, come Fabio Altitonante, sottosegretario della Regione con delega all'area Expo, e Pietro Tatarella, consigliere comunale milanese e candidato alle europee, considerati gli enfant prodige azzurri, manda il partito in confusione e nello sconforto. La bufera giudiziaria tocca Arcore e arriva presto a Roma: in Transatlantico, a Montecitorio, nei capannelli forzisti non si parla d'altro. Nessuno, però, vuole fare dichiarazioni alla stampa. L'input, infatti, a deputati e senatori è quello di non alimentare polemiche. Ci si trincera dietro il classico ''noi siamo e restiamo garantisti'', linea politica, raccontano, dettata per il momento particolarmente delicato con il placet del Cav.

E' molto forte il timore per le ripercussioni negative di questo caso di tangenti legate alla 'ndrangheta sulla campagna di Bruxelles. L'asticella del 10% viene considerata sempre di più una chimera. ''Che botta per noi, a un mese dalle europee, non ci voleva proprio'' commentano i più a mezza bocca, già preoccupati dal rischio 'salvinizzazione' e dalla 'fuga' di alcuni azzurri, soprattutto giovani, verso altri lidi. Molti fanno notare la ''tempistica" dei provvedimenti cautelari e se la prendono con la "giustizia a orologeria''.

FORZA ITALIA - L'unica tra i big a far sentire la sua voce, non 'off the record', è Maria Stella Gelmini, coordinatrice regionale lombarda, che confida nella 'resilienza azzurra', ovvero nella capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, ma dice no a ''processi mediatici'', perché ''noi siamo solo per i processi nelle aule del Tribunale e attendiamo che una sentenza passi in giudicato prima di scagliare accuse...''. Giorgio Mulè, portavoce dei gruppi parlamentari Fi, replica invece al Guardasigilli pentastellato Alfonso Bonafede, che invita tutte le ''forze politiche a lasciare in pace i magistrati e a rispettare il loro lavoro": ''Il gioco sporco sulle inchieste a corrente alternata da parte dei Cinque stelle è la migliore dimostrazione della loro malafede e inaffidabilità".

''Dopo i navigator - ironizza Mulè - è il momento dei provocator, gli agenti speciali che Bonafede vuol sguinzagliare in giro per l'Italia. E' l'ennesimo spot su un tema, quello della giustizia, che meriterebbe un approccio totalmente diverso". Gelmini ammette che l'inchiesta sulle tangenti non fa bene a Fi ma invita ad andare avanti: ''Preoccupata per la nostra tenuta a livello nazionale? Certamente questi fatti - dice l'ex ministro - non aiutano, ma Fi è un partito resiliente''.

LOMBARDIA - La presidente dei deputati si dice ''molto sorpresa per gli arresti ma, come sempre, rinnova la fiducia nella magistratura" e ''al tempo stesso" ricorda che ''Fi è garantista e lo è nei confronti dei suoi avversari politici ma anche nei confronti dei colleghi di partito".

Nel silenzio di commenti da parte degli alleati Lega e Fdi, Gelmini annuncia che gli azzurri colpiti dall'indagine lasceranno i loro incarichi per potersi difendere: ''Il coordinamento regionale di Fi Lombardia, ribadendo la propria linea garantista e la convinzione che i propri dirigenti colpiti da provvedimenti cautelari potranno dimostrare l'estraneità ai fatti che vengono loro contestati, ha disposto la temporanea sospensione delle loro cariche all'interno del Movimento".

"Questo - spiega ancora Gelmini - al fine di consentire ai nostri dirigenti indagati di chiarire le loro posizioni nel modo più adeguato e di assicurare il proseguimento dell'attività del partito, impegnato in tutta la Regione in una importante campagna elettorale".

CALABRIA - Anche Mulè prova a minimizzare gli 'effetti' della bufera giudiziaria, che ha travolto oltre Altitonante e Tatarella, il parlamentare di Fi Diego Sozzari (tutte e tre coinvolti nella stessa indagine milanese) e Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e fratello del vicepresidente di Fi alla Camera Roberto, al quale la procura di Catanzaro ha notificato un avviso di garanzia, insieme al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione degli appalti pubblici.

''Fi - assicura Mulè - ha risposto nel modo migliore: garantendo agli indagati il diritto di difendersi. Chi è stato raggiunto dai provvedimenti cautelari, infatti, è stato temporaneamente sollevato dagli incarichi proprio per garantire la totale concentrazione sulle vicende giudiziarie che li riguarda''.

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