Un provvedimento "liberticida". Così i 5 stelle hanno definito la proposta di legge, da oggi in discussione a Montecitorio, che chiede l'introduzione nel codice penale del reato di propaganda fascista. Obiettivo della proposta di legge, che ha come primo firmatario il deputato del Partito democratico Emanuele Fiano (Pd), è quello di definire e ampliare le tipologie di comportamento e condotta che sono definibili come apologia del fascismo. Il reato è infatti già stato introdotto in Italia dalla Legge Scelba del 1952 ed è stato poi rivisto dalla Legge Mancino del 1993. Cosa prevedono queste due leggi?
La Legge Scelba riconosce come "riorganizzazione del disciolto partito fascista" il caso in cui " una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principii, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista". La legge punisce tale riorganizzazione con la reclusione da cinque a dodici anni e la multa da 1.032 a 10.329 euro "chiunque promuove od organizza sotto qualsiasi forma la ricostituzione del disciolto partito fascista" e "chiunque pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista".
Successivamente, la legge 205 del 1993, conosciuta come Legge Mancino, punisce chiunque faccia propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (reclusione fino ad un anno e sei mesi o multa fino a 6.000 euro). Punito è anche chi istiga, con qualunque modalità, a commettere o commette atti di violenza o di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (reclusione da sei mesi a quattro anni). Dunque questa legge condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia fascista e vieta, infine, ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici,nazionali o religiosi.
Sono queste le leggi che, secondo i sostenitori della proposta oggi in discussione a Montecitorio, devono essere ampliate ed inasprite, dal momento che alcune condotte individuali sfuggono attualmente alle normative vigenti.