Schlein: "Inaccettabile ciò che è accaduto. Subito interrogazione a Piantedosi". Calenda: "Vergogna inaccettabile". Tajani: "Noi antifascisti"
Monta la polemica politica per i saluti romani al grido di 'presente' in stile adunata, davanti all’ex sede dell’Msi durante la commemorazione della strage di Acca Larentia. Militanti di estrema destra si sono riuniti ieri, 7 gennaio, per commemorare i tre giovani militanti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni uccisi 46 anni fa. I primi due vennero freddati da un commando sbucato dal nulla che aprì il fuoco contro 5 ragazzi usciti dalla sezione dell'Msi all'Appio Tuscolano. Recchioni, invece, morì per un colpo di pistola sparato (ancora non si sa da chi) nei disordini di piazza che si verificarono poche ore dopo.
In un post su Facebook la segretaria del Pd, Elly Schlein condivide un video e commenta: "Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924". "Presenteremo un’interrogazione al ministro Piantedosi - scrive ancora Schlein - quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione".
E come annunciato l'interrogazione Pd, rivolta alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al ministro della Giustizia Carlo Nordio, arriva. Nel testo, di cui è primo firmatario il presidente del gruppo Francesco Boccia, si chiede "quali siano le valutazioni del governo sui fatti accaduti il 7 gennaio a Roma nel corso della commemorazione delle vittime dell’attentato di Acca Larentia e quali iniziative intenda adottare al fine di fare chiarezza e di far cessare qualunque attività o comportamento commessi in aperta e palese violazione del dettato costituzionale e delle leggi del nostro ordinamento".
"Questa è una vergogna inaccettabile in una democrazia europea", scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda commentando le immagini dei saluti romani durante la commemorazione di Acca Larentia. Di "scene inaccettabili" parla anche il leader di Iv Matteo Renzi. "Un mese fa - ricorda Renzi - il loggionista della Scala è stato identificato dalla Digos di Milano... Decidiamo a che gioco si gioca. Tolleranti verso chi fa apologia del fascismo e intolleranti con chi dice 'Viva l'Italia antifascista'?". E incalza Meloni: "Servirebbe molto che la presidente del Consiglio così sensibile sulle vicende di Ferragni, dicesse che si tratta di immagini sbagliate. Tra un post su Ferragni e una fondamentale discussione su Delmastro o i treni di Lollobrigida, riuscirà a dire mezza parole su questa scena? L'aspettiamo", afferma
"Non è in discussione l'umana pietà per i morti e neanche la condanna della violenza politica di ieri e di oggi. Tutta, senza distinzione. Ma il saluto romano, fatto in occasione del ricordo di Acca Larentia, è esso stesso simbolo di morte, violenza e sopraffazione. Per questo dovrebbe essere condannato in primo luogo dalle forze politiche. Tutte. Chi non lo fa è complice”, ha dichiarato il deputato del Pd, Nicola Zingaretti.
"Siamo indignati per i saluti romani di fronte all'ex sede dell'Msi di via Acca Larentia, a Roma e non capiamo come sia stato possibile che si sia permessa questa sceneggiata fascista. La glorificazione e la celebrazione di simboli e gesti inneggianti al fascismo sono inaccettabili e vanno contro i valori fondamentali della democrazia e della convivenza civile. Presenteremo un'interrogazione urgente al ministro Piantedosi affinché si faccia luce su come abbia consentito lo svolgersi di questi inquietanti avvenimenti e sulla necessità di adottare misure concrete per contrastare ogni forma di organizzazione illegale che promuova ideali fascisti. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte perché illegali e coloro che inneggiano al fascismo devono essere perseguiti secondo la legge. È nostro dovere mantenere alta la guardia contro qualsiasi manifestazione di intolleranza o violenza che metta in pericolo la nostra convivenza pacifica e il rispetto dei principi democratici", si legge in una nota del co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
“Gridi 'Viva l’Italia Antifascista' a La Scala di Milano? Vieni identificato. Fai il braccio teso durante la commemorazione di Acca Larentia? Nessuno ti chiede i documenti. Il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire perché questo diverso trattamento tra chi afferma un principio costituzionale e chi invece della costituzione italiana 'se ne frega'”, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
"I ragazzi che morirono ad Acca Larentia per tanti sono morti di serie B. Vale per loro, per i fratelli Mattei, per Sergio Ramelli e tanti altri ragazzi di destra che in quegli anni terribili morirono. Io che vengo da un altro mondo ricordo che si diceva che 'uccidere un fascista non è reato' e questo ha provocato impunità e relativismo etico. Una cosa insopportabile". Così ieri il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.
"Fu un giorno terribile per Roma, quel 7 gennaio 1978. È doveroso essere qui oggi, in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano della Capitale, per ricordare i giovanissimi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, morti per l'odio ideologico che ha avvelenato gli anni di piombo", ha scritto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca su 'Fb' postando alcune foto della commemorazione. "A 46 anni di distanza è nostro dovere ricordare. Commemoriamo perciò questi ragazzi uccisi in nome delle loro idee e del credo politico, affinché ciò non avvenga mai più", ha concluso.
"Noi siamo una forza che certamente non è fascista, siamo antifascisti. Chi ha avuto un comportamento deve essere certamente condannato da parte di tutti, come devono essere condannate tutte le manifestazioni di sostegno a dittature. C'è una legge, è previsto che non si possa fare apologia di fascismo nel nostro paese". Così in conferenza stampa il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, in merito alla proposta delle opposizioni sullo scioglimento delle organizzazioni neofasciste dopo i saluti romani alla commemorazione della strage di Acca Larentia.
"I ragazzi che morirono ad Acca Larentia per tanti sono morti di serie B. Vale per loro, per i fratelli Mattei, per Sergio Ramelli e tanti altri ragazzi di destra che in quegli anni terribili morirono. Io che vengo da un altro mondo ricordo che si diceva che 'uccidere un fascista non è reato' e questo ha provocato impunità e relativismo etico. Una cosa insopportabile", ha scritto ieri il vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Alfredo Antoniozzi.
"Fu un giorno terribile per Roma, quel 7 gennaio 1978. È doveroso essere qui oggi, in via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano della Capitale, per ricordare i giovanissimi Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, morti per l'odio ideologico che ha avvelenato gli anni di piombo", ha scritto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca su 'Fb' postando alcune foto della commemorazione. "A 46 anni di distanza è nostro dovere ricordare. Commemoriamo perciò questi ragazzi uccisi in nome delle loro idee e del credo politico, affinché ciò non avvenga mai più", ha concluso.
“Non ci interessa entrare nel solito rancido dibattito. A chi ci chiede un’opinione rispondiamo semplicemente come sia possibile che dopo 46 anni Franco Francesco e Stefano siano ancora senza giustizia. Dovrebbe chiederselo anche chi in queste ore sta gettando fango e nella propria bassezza dovrebbe vergognarsi. Le interrogazioni parlamentari, le polemiche, le richieste di identificazione e questo misero teatrino non potranno fermare il ricordo e ogni 7 gennaio saremo in quel piazzale”. Così Casapound in una nota.
"Vi odio perché quelli che 'ma Giorgia Meloni, ma la digos, ma questo governo' mi costringono a ricordare a quelli che non ricordano che quello che è accaduto a Acca Larentia accade da anni, stesso raduno, stesso cerimoniale. Cambiano solo i governi, ma nessuno cancella neppure la croce celtica nello spazio dove si svolge la commemorazione fascista (le immagini del 2022 mi sembrano le stesse. E così quelle del 2019, 2018…)", scrive in un post su Twitter Selvaggia Lucarelli.
"Come ormai d’abitudine, la commemorazione della strage di Acca Larentia diventa l’occasione per una celebrazione neofascista, e non accade solo sotto questo governo di estrema destra, cosa che dovrebbe farci seriamente riflettere sulla maturità delle nostre istituzioni democratiche", si legge nel post di Roberto Saviano. "Ridicola la parata con procedura militare che irreggimenta le presunte truppe: chiede l’attenti, poi per tre volte ripete 'per tutti i camerati caduti' e la risposta in coro è 'presente', con l’enfasi del saluto romano. Infine autorizza il 'riposo' e scioglie i ranghi. Grotteschi nell’aspirazione di sentirsi per qualche minuto milizia fascista; grotteschi e ridicoli, certo, eppure non meno inquietanti", scrive ancora.
"Vedere che questa messa in scena accade autorizzata, tutelata e agevolata dalle istituzioni, spaventa. Nulla c’entra una parata neofascista con il ricordo delle vittime del terrorismo. Lo stesso paese che procede all’identificazione di chi alla Scala grida 'viva l’Italia antifascista', che manganella studenti, che condanna al carcere chi organizza rave party, permette sul suolo pubblico questo tipo di eventi. Tutto in coerente continuità con la trasformazione autoritaria del nostro paese, dove queste pagliacciate servono a carezzare il pelo delle frange radicali di estrema destra che si sentono sempre snobbate e tradite dai 'camerati' che hanno raggiunto poltrone di potere, ma che, incredibilmente, hanno ancora bisogno dell’appoggio di questi esaltati", conclude.