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Da Pnrr 623 mln per rafforzare siti Pa e 6 mld per digitalizzazione

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09 gennaio 2023 | 07.06
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L’importanza di proteggere la Pubblica amministrazione italiana dalle minacce informatiche, come frodi, ricatti e attacchi terroristici e tutti i rischi posti dalla criminalità informatica, non è sfuggita all’occhio dei legislatori che hanno redato il Piano nazionale di ripresa e resilienza. A ricordarlo è un focus di Centro Studi Enti Locali (Csel), realizzato per Adnkronos, che sottolinea come al rafforzamento delle difese dei siti delle nostre istituzioni pubbliche sono stati, infatti, destinati 623 milioni di euro che sono serviti, tra le altre cose, a coprire i costi legati alla nuova Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Istituita da un decreto-legge nel giugno 2021, al finanziamento dell’Agenzia sono stati destinati: due milioni di euro nel 2021, 41 milioni per l’anno corrente, 70 milioni per il 2023, 84 milioni per il 2024, 100 milioni per il 2025, 110 milioni per il 2026 e ben 122 milioni di euro annui a partire dal 2027.

"La cybersicurezza - afferma Csel - è solo uno degli aspetti legati alla transizione al digitale della pubblica amministrazione su cui il Pnrr ha posto l’attenzione. Come noto, uno dei principali obiettivi del Piano è modernizzare e sburocratizzare procedure e processi adottati delle istituzioni italiane e una delle leve fondamentali su cui si è deciso di agire per favorire questo cambiamento è proprio quella della digitalizzazione. In questa direzione sono stati fatti investimenti consistenti. Oltre 6 miliardi di euro andranno a finanziare una serie di progetti che spaziano dall’abilitazione e facilitazione della migrazione al Cloud ai centri di facilitazione digitale, passando per sportello digitale unico, digitalizzazione degli avvisi pubblici, promozione di strumenti come PagoPA e appIO".

Riusciranno queste misure a incidere in maniera profonda sul rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione e a creare le condizioni perché l’Italia recuperi finalmente terreno in questo cruciale ambito? "Difficile immaginare oggi - avverte Csel - come e quante di queste risorse saranno impiegate e soprattutto quali effetti genereranno. Sicuramente nel Piano non mancano, però, le premesse per delle innovazioni davvero incisive. Basti pensare alla spinta data alla Piattaforma notifiche digitali degli atti pubblici (Pnd): lo strumento tecnologico, centralizzato e a lungo atteso, che dovrebbe consentire di passare dalle notifiche cartacee a quelle digitali".

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