Per la prossima stagione Maximilian Davis immagina un guardaroba elegante e moderno, con tessuti che celebrano il legame tra la maison e la danza
Il rosa cipria, l’albicocca, il beige, il bianco, il grigio ghiaccio. Tessuti impalpabili in equilibrio con la concretezza della pelle. E’ una collezione, basata sulla leggerezza quella disegnata da Maximilian Davis per la primavera-estate 2025, che esplora il legame tra Ferragamo e il mondo del balletto, celebrandone l’eleganza espressiva.
“Ho guardato alla relazione Ferragamo e il mondo del balletto e delle scuole di balletto - spiega il direttore creativo, Maximilian Davis nel backstage della sfilata -. Sono partito dall’incontro tra Katherine Dunham (ballerina, coreografa e antropologa) e Salvatore Ferragamo, era una ballerina molto elegante. Pensando alle silhouette c’è libertà e fluidità”. La collezione della maison fiorentina guarda anche all’immaginario di Rudolf Nureyev che indossa scarpe da ballerina Ferragamo su misura negli anni '80. Fotogrammi del passato che in passerella si traducono in un guardaroba minimalista e concreto, che unisce lo spirito ballettistico di diversi decenni.
“Ho sempre incorporato diverse epoche storiche nel mio lavoro, epoche in cui posso riconoscere me stesso e il mio Heritage - sottolinea Davis -. Ho cercato delle somiglianze con Ferragamo, e la bellezza di questo marchio è che ci sono così tante storie diverse con cui ci si può relazionare. Ogni scarpa ha un suo significato. Ogni scarpa ha una storia”. Ecco la storia di Ferragamo intrecciarsi, concretamente, a quella del balletto, come l’evoluzione della décolleté dal tacco ricurvo Eva e un nuovo sandalo grafico definiti da lacci in seta opaca che si avvolgono intorno alla caviglia mentre le mules in tessuto jacquard decorate con frange e booties geometrici sono l’evoluzione di un modello di archivio degli anni ‘40.
Niente tutù e fiocchi, però. In collezione i costumi da danza ispirano capi in cashmere e cotone seconda pelle, stratificati, attorcigliati e annodati, mentre la libertà di movimento viene espressa da silhouette amplificate come gli opera coat e gli abiti parachute in nylon di seta, suede e organza. Il trench stropicciato ha la cintura allacciata a vita bassa, mentre il guardaroba degli anni '80 di Nureyev si traduce nelle tute tecniche e nei tagli sartoriali over.
Non manca la pelle artigianale, fiore all’occhiello della maison fiorentina, che si presenta con Gancini intrecciati in modo elaborato. Anche il monogramma viene interpretato in una linea sostenibile di denim jacquard stone washed e borse a tracolla con motivi traforati. (di Federica Mochi)