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Medio Oriente, gli attacchi a Unifil e la reazione italiana

04 novembre 2024 | 10.51
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La crisi in Medio Oriente e gli attacchi subiti dal contingente Unifil in Libano da parte delle forze israeliane hanno alzato il livello della tensione, anche da parte del governo italiano. Il 13 ottobre Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per ribadire la contrarietà del Governo italiano con riferimento agli incidenti causati dalle Forze Armate d’Israele alle basi della missione Unifil, sottolineando che la missione agisce su mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per contribuire alla stabilità nell’area. Durante il colloquio, la Premier Meloni ha sottolineato l’urgenza di lavorare congiuntamente per una progressiva riduzione delle azioni militari su base regionale, riconfermando la piena disponibilità dell’Italia, anche in qualità di Presidenza di turno del G7, a lavorare in questa direzione. Successivamente, dopo aver lasciato Bruxelles al termine dei lavori del Consiglio europeo, Giorgia Meloni si è recata in Giordania dove ha incontrato il Re Abdullah II, con il quale ha discusso dell’impegno comune per giungere al cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi israeliani, ribadendo anche la necessità di un processo politico che porti alla soluzione dei due stati. Nel pomeriggio di venerdì 18 ottobre la Premier si è spostata a Beirut per incontrare il Primo ministro libanese Najib Mikati. Durante il faccia a faccia, ha ribadito la volontà italiana di contribuire a stabilizzare la situazione lungo il confine tra Israele e Libano, ha chiesto l’impegno delle Forze libanesi a garantire la sicurezza del personale della Missione Unifil. Per aggiornare in merito allo scenario di crescente tensione sulla missione Unifil in Librano, il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha reso un’informativa al Senato e successivamente alla Camera. Nel suo discorso il Ministro ha ribadito: “Non è in discussione la nostra partecipazione a Unifil che quindi proseguirà fino a quando vi sarà necessità e le Nazioni Unite non decideranno diversamente. Andare via ora non porterebbe alcun beneficio e minerebbe la credibilità delle Nazioni Unite”. Crosetto ha poi spiegato che “sono state adottate tutte le misure necessarie per gestire i rapidi cambiamenti della situazione, rafforzando le misure di protezione attiva e passiva, mentre i piani di evacuazione sono stati aggiornati, testati e pronti per essere attuati, se necessario”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato, il 23 ottobre, il Consiglio supremo di difesa al Quirinale. Questa la posizione espressa al termine: il Consiglio supremo di difesa “ritiene inaccettabili gli attacchi alle forze di pace dell’Onu da parte dell’esercito israeliano, sottolineando come tutte le parti in causa abbiano l’obbligo di garantire sicurezza e incolumità del personale e delle strutture delle Nazioni Unite, come da risoluzione 1701”. Inoltre, “è essenziale raggiungere un immediato cessate il fuoco a Gaza e assicurare la distribuzione di aiuti umanitari. Occorre infine lavorare ad una situazione negoziata tra Israele e Palestina, che preveda la formazione di due Stati sovrani e indipendenti”.

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