Il consiglio direttivo risulta essere così composto: vicepresidenti: Giancarlo Abete (Fidimpresa Italia) e Carlo Crosara (Neafidi); consiglieri: Pietro Carboni (Confidi Centro Nord); Achille Carlini (Confidi Sardegna); Riccardo Colombo (Banco Bpm); Nicola Didonna (Fidit); Paolo Parini (Rete Fidi Liguria) e Antonino Salerno (Fidimed)
Ha avuto luogo oggi, a Roma, presso la sede di Confindustria in viale dell’Astronomia, l’assemblea di Federconfidi, nel corso della quale sono stati eletti i 9 membri del nuovo consiglio direttivo per il triennio 2023 – 2026, che a loro volta hanno confermato Rosario Caputo, presidente uscente, alla guida della Federazione che riunisce i sedici Confidi di area confindustriale. Il consiglio direttivo che supporterà il presidente Caputo nel corso del nuovo mandato risulta essere così composto: vicepresidenti: Giancarlo Abete (Fidimpresa Italia) e Carlo Crosara (Neafidi); consiglieri: Pietro Carboni (Confidi Centro Nord); Achille Carlini (Confidi Sardegna); Riccardo Colombo (Banco Bpm); Nicola Didonna (Fidit); Paolo Parini (Rete Fidi Liguria) e Antonino Salerno (Fidimed).
Il comitato tecnico è composto da: Felice Iorio (Ga.Fi.); Nicola Pastorello (Cofai); Alessandro Tronci (Confidi Sardegna). “Ringrazio l’assemblea e il consiglio direttivo - ha affermato Rosario Caputo, presidente di Federconfidi - per aver apprezzato il lavoro svolto finora, rinnovando al sottoscritto la fiducia per il prossimo triennio. Abbiamo attraversato, dal 2020 ad oggi, tre anni durissimi per l’economia in generale e per il nostro sistema in particolare, tra pandemia e conflitto tra Russia e Ucraina, dimostrando di saper essere al fianco delle nostre imprese, accompagnandole e sostenendole nell’accesso al credito. La nostra Federazione, se da un lato sollecita l’aggregazione quale maggiore consolidamento della propria rappresentanza verso gli stakeholders, nello stesso momento e unitamente ad Assoconfidi, sollecita una rapida revisione dell’attuale assetto normativo del settore".
“Il cammino dunque - conclude Caputo - è intrapreso e non ci resta che andare avanti compatti, con la consapevolezza che solo una proposta unitaria e largamente condivisa possa garantire, in tempi rapidi, l’emanazione di una nuova legge quadro che tenga conto di alcune e legittime diversità di indirizzo”.