"Il settore cartario crescerà tra lo 0,5% e l’1% nel 2017 grazie ai comparti delle carte per imballaggio, per uso igienico sanitario, oltre alle carte speciali. Una prospettiva che potrebbe però risentire dell’impennata del costo delle fibre vergini e di quelle da riciclare, le prime condizionate dalla quotazione in dollari ma entrambe dipendenti dagli andamenti della domanda asiatica. Solo per le fibre corte 100 dollari di rincaro nei primi quattro mesi dell’anno (da 680 a 780 $/tonn)". A dirlo oggi il presidente di Assocarta, Girolamo Marchi, in occasione dell'assemblea pubblica.
”L’industria cartaria italiana -sostiene- è un settore maturo che produce un bio materiale ante litteram che svolge un ruolo chiave nell’economia circolare in quanto utilizza una materia prima rinnovabile, il legno, che cresce in foreste gestite in modo sostenibile. Basti pensare che ogni minuto nel mondo, attraverso la fotosintesi, si generano 190.000 tonnellate di cellulosa tanto che le foreste in Europa sono in crescita, negli ultimi 10 anni di 41.285 Kmq, cioè due volte la superficie della Lombardia".
Un alto tasso di circolarità attestato anche dal 55% dei volumi prodotti che proviene da carta riciclata e il tasso di riciclo negli imballaggi è addirittura all’80%. In Italia ogni minuto vengono riciclate 10 tonnellate di carta. Inoltre, negli ultimi 20 anni, il settore ha aumentato l’efficienza energetica del 20%. Fondamentale, sempre in un’ottica di compiuta circolarità, il recupero degli scarti dal processo di riciclo, come in Svezia, Austria e Germania, che in Italia sono l’equivalente di 70.000 tonnellate di petrolio per un valore di circa 23 milioni di dollari.
Durante l’assemblea Girolamo Marchi ha presentato in anteprima la 'Roadmap 2050' del settore cartario europeo, primo settore in Italia a presentare una strategia per raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione dell’80% di emissioni di CO2 entro il 2050 in coerenza con la Strategia energetica nazionale, investendo su ricerca, innovazione, efficienza energetica e cogenerazione.
“Occorre un programma 'Industria 2050' -chiarisce- che accompagni il settore cartario nell’attuazione di questa strategia. La Roadmap 2050 presentata oggi è una 'tabella di marcia' ambiziosa che potrà avverarsi se ci saranno le giuste condizioni normative e di contesto. Ma secondo uno studio commissionato dalla Cee i costi normativi nell’industria cartaria sarebbero ormai pari a un terzo della redditività di impresa e ciò preclude la possibilità di investimenti e ricerca".
"Proprio per lavorare su programmi di investimento a lungo termine spiega Marchi- ora più di prima, è indispensabile ridurre i costi energetici a livello di quelli europei, su questo aspetto bisogna dare atto al governo e al ministro Calenda di aver fatto molto con l’articolo 39 elettrico, ma occorre rafforzare le politiche di riduzione dei costi, attraverso l’articolo 39 gas e un corridoio di liquidità che tenga conto delle esigenze dei consumatori. Va ridotto drasticamente il costo dell’incertezza normativa che nessuna compagnia è in grado di assicurare. Ad esempio l’incertezza che regna nei rapporti con il gse affossa gli investimenti passati e blocca quelli futuri di imprese italiane e multinazionali".
Nel 2016 il settore cartario italiano ha prodotto 8,9 milioni di tonnellate (-0,7% su 2015) grazie al 44% di export-produzione con un fatturato di 7 miliardi di euro (-1,3% su 2015) confermando i risultati del 2015 mentre la domanda interna è stata di 10 milioni di tonnellate (+0,1% 2016/2015). Il fatturato verso estero è stato di 3,7 miliardi di euro con un saldo positivo di 218 milioni di euro (279 milioni nel 2015). Nel 2016 i macro-comparti hanno presentato andamenti produttivi diversificati.
Carte per usi grafici (-3,7%) che scontano gli effetti dei forti ridimensionamenti degli investimenti pubblicitari su stampa e dell’impatto del digitale. Tenuta delle carte per usi igienico-sanitari (-0,7%) e del complesso delle tipologie destinate all’imballaggio (+0,9%), tra cui le carte e cartoni per cartone ondulato, voce di maggior spicco del comparto (-1,7%), mentre le altre tipologie di carte per imballaggio hanno registrato un +4,2%.
In linea con il 2015 il risultato nella produzione delle altre tipologie di carte e cartoni (+0,3%). Il consumo pro-capite di carta in Italia si è attestato su 165 kg come in Svezia e in Finlandia, la metà di quello del Belgio, ma di 100 kg inferiore a quello della Germania. Produrre 200 Kg carta comporta l’emissione di 130/250 Kg di CO2 a seconda della fonte di energia utilizzata.