Il vicesegretario del Pd parla di professioni al Festival del lavoro
"Vengo qui avendo fatto da ministro della Giustizia un primo passo verso l'equo compenso per i professionisti, e non chiacchiere su questo tema. Poi, sono convinto che si debba lavorare ulteriormente sull'effettività di questo strumento e rafforzandolo a 360 gradi. Credo che debba essere uno strumento che dia una forza contrattuale verso i grandi committenti, cioè le assicurazioni e grandi banche, ma anche nei confronti della Pa". Così Andrea Orlando, vicesegretario del Pd e già ministro della Giustizia, a margine della giornata conclusiva del Festival del lavoro dei consulenti del lavoro a Milano. Per Orlando, "è un passaggio cruciale che abbiamo davanti, centrale per la dignità delle professioni e nella lotta per l'eguaglianza sociale".
"La sussidiarietà è centrale, serve un nuovo patto con le professioni, non ci deve essere contrapposizione con la Pa, ma collaborazione. Da ministro avevo cominciato a lavorare su questo, si deve andare in questa direzione", ha detto. Per Orlando, "le professioni sono il bacino di selezione della classe dirigente del Paese" e "bisogna riprendere il lavoro fatto nella passata legislatura su questo".
Orlando ha poi commentato la questione del rapporto fra il governo e l'Ue sul tema dei conti pubblici: "Ci stanno portando in un vicolo cieco perché un governo che ingaggia uno scontro frontale con l'Ue, che si isola dal contesto dell'Unione, e contemporaneamente non intende dire dove vuole andare a prendere i soldi con i quali far fronte agli impegni che il premier assume, è un governo che mette il Paese davanti a un rischio finanziario ed economico enorme. Chiederemo chiarezza perché così il Paese va a sbattere".