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Fisco, Cataldi (Giovani commercialisti): "ora riflessione su riscossione, no regole rigide"

Il leader dell'Ungdcec, bene smentita su accesso diretto a conti correnti

Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec)
Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec)
27 ottobre 2023 | 19.24
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“Accogliamo con favore la smentita, da parte del presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, circa l’introduzione della disposizione che avrebbe dato la possibilità all’Agenzia delle Entrate – Riscossione di accedere in maniera diretta ai conti correnti dei contribuenti, con la finalità di velocizzare le procedure di riscossione dei tributi. Norma che risultava dal testo in bozza per la Legge di Bilancio 2024 e che aveva lo scopo di far verificare preventivamente le giacenze dei conti, rendendo più efficiente l’attuazione dei pignoramenti”. Così Francesco Cataldi, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), commenta, con Adnkronos/Labitalia, il dietrofront del governo sull'accesso diretto ai conti correnti per velocizzare la riscossione dei tributi.

“Al di là dei tecnicismi sul meccanismo di funzionamento di una norma di tale portata, che potrà essere eventualmente introdotta anche dopo la manovra finanziaria, occorre fare -continua Cataldi- una riflessione sull’aspetto sistematico della riscossione, ossia sulle relative finalità e sui mezzi che potrebbero facilitarne il raggiungimento. I debiti erariali incagliati e di difficile esazione oggi di ammontare significativo, sono di fatto “figli” non tanto e non solo delle questioni operative che riguardano la riscossione, bensì di un’impronta a livello statale che mal si concilia con le esigenze dei debitori delle imposte. È pur vero che, con la Legge di Bilancio 2022, erano state accordate ai contribuenti rateizzazioni più ampie, ma è altrettanto vero che resta forte la criticità sull’applicazione rigida delle regole in tema di riscossione, anche in situazioni nelle quali ciò non porta di fatto a nulla”, spiega ancora.

“Crediamo sia opportuno rivedere tale meccanismo istituzionale scarsamente flessibile, nell’ottica di un maggior dialogo tra l’apparato amministrativo che ha il compito di riscuotere i tributi accertati, e coloro che sono tenuti a versare quegli stessi importi. Il tutto, evidentemente, in primo luogo a beneficio dello Stato”, conclude Cataldi.

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