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Cambio lavoro? Occhio alla previdenza, i 5 consigli per non sbagliare

Quando si cambia impiego occorre pensare anche agli aspetti previdenziali, come raccomanda Intoo

Cambio lavoro? Occhio alla previdenza, i 5 consigli per non sbagliare
16 giugno 2021 | 14.13
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Non è mai troppo presto per cominciare a pensare alla propria pensione, a tutte le età, e soprattutto quando si cambia lavoro. I tempi sono complessi, ma non impossibili per la mobilità professionale; inoltre, la pandemia ha generato in molte persone un desidero di cambiamento per trovare un nuovo equilibrio vita-lavoro e nuove energie. Quando si valuta una nuova opportunità, sia all’inizio del proprio percorso lavorativo sia quando si è professionisti senior e di esperienza consolidata, è importante valutare le proprie scelte anche dal punto di vista dell’impatto previdenziale. “Il tema è articolato, sempre molto individuale - commenta Cetti Galante, amministratore delegato di Intoo (Gi Group) - e da considerare in base alla propria storia lavorativa da dipendente o da autonomo; è importante, però, avere consapevolezza delle variabili in gioco per ponderare quella che potrebbe essere la soluzione migliore per sé, il proprio equilibrio famigliare e vita-lavoro, anche laddove intervenissero scelte aziendali su scivoli pensionistici od opportunità analoghe da valutare”.

Da segnalare che l’evoluzione della normativa previdenziale negli ultimi anni ha facilitato il 'mettere insieme' i contributi sparsi nelle diverse gestioni previdenziali (autonome e da lavoro dipendente, pubblico e privato) anche senza oneri economici rilevanti; il cumulo gratuito è l’istituto principe cui ricorrere, se possibile. Valutazioni specifiche, infine, possono essere importanti per coloro che si trovano in condizione di svantaggio sociale (invalidità, care giver, ecc.) al fine di poter beneficiare dei vantaggi che si possono ottenere in termini di decorrenza dei trattamenti pensionistici.

“E’ importante - conclude Cetti Galante - riflettere bene su tutti questi aspetti, ma anche su cosa si desidera davvero per l’ultima parte della propria carriera. E’ una fase ricca di esperienza e conoscenze, può essere anche un’occasione per un rilancio di sé in forme nuove e per trasmettere know-how in un momento in cui si ha ancora tanto da dare e in cui spesso pmi innovative e dinamiche, nate su trend emergenti, come la multicanalità d’acquisto e l’attenzione all’ambiente, apprezzano i profili con esperienza e possono offrire anche flessibilità”.

Sono 5 i punti di attenzione, secondo Intoo, da valutare bene dal punto di vista dell’impatto previdenziale, in termini di vantaggi e opportunità a seconda del percorso individuale, quando si valuta una nuova opportunità lavorativa.

- L’eventuale riscatto di laurea, cercando di capire se si ottiene solo un tempo aggiuntivo (compro tempo e vado prima in pensione) o se può variare l’importo della prestazione e il relativo sistema di calcolo, con attenzione all’eventuale superamento del massimale contributivo.

- Le eventuali totalizzazioni estere, semplici o multiple per chi ha esperienza in più Paesi convenzionati in quanto la complessità di queste ultime può essere maggiore e serve avere visione d’insieme per capire quale periodo conviene effettivamente totalizzare.

- La scelta di una nuova formula contrattuale che non danneggi la storia previdenziale maturata al momento; in alcuni casi, una formula contrattuale da autonomo non penalizza il pregresso previdenziale maturato (tipo una partita Iva semplice con cumulo gratuito), penalizzazione che una formula sempre da dipendente, ma con retribuzione inferiore potrebbe, invece, portare.

- La possibilità e l’opportunità di utilizzare la Rita (rendita integrativa temporanea anticipata) nel caso si abbia una posizione aperta in un fondo di previdenza complementare; richiedibile in alcuni casi di discontinuità professionale e di disoccupazione involontaria oltre i 24 mesi quando non mancano più di 10 anni al raggiungimento del requisito pensionistico di vecchiaia.

- Per i più giovani, la valutazione dell’opportunità di adesione alla previdenza complementare facendo confluire anche il proprio Tfr per poter in caso futuro utilizzare la Rita, oltre che per compensare il tasso di sostituzione dell’importo pensionistico rispetto alla futura ultima retribuzione, destinato generalmente a decrescere con un calcolo contributivo.

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