L'intervento del presidente (video) e del direttore generale dell'Inps (video)
"Il blocco dell'età pensionabile è qualcosa che va a interferire con gli automatismi che abbiamo introdotto nel nostro sistema pensionistico. Questi automatismi permettono che l'aumento della longevità, e cioè che si viva più a lungo, sia una bellissima notizia per tutti. E' fondamentale sottrarli all'arbitrio della politica che, abbiamo visto, ha agito sempre troppo in ritardo, tanto che ha lasciato un debito pensionistico molto consistente sulle spalle dei giovani". Lo ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, al Festival del lavoro in corso a Torino.
Per Boeri, "la politica interviene sempre tardi e mira ad accontentare qualcuno in vista delle prossime elezioni". "Noi in tutti questi anni all'estero - ha continuato - abbiamo 'venduto' la stabilità del nostro sistema pensionistico, spiegando che aveva questi automatismi di adeguamento automatico. Se noi dovessimo cambiare le regole, credo che avremmo subito contraccolpi sulla credibilità esterna del nostro Paese, un impatto forte sui titoli di Stato, e questo aumenterebbe il peso dei nostri conti pubblici".
"E' una strada pericolosa - ha avvertito - e costa molti soldi, abbiamo stimato circa 140 miliardi di euro". Tuttavia, Boeri si è detto disponibile nell'ambito "di questi automatismi a differenziazioni per i lavori più usuranti".
Cgil, Cisl e Uil tornano a ribadire il loro no all'automatismo per l'adeguamento dell'età pensionabile previsto dalla legge Fornero e annunciano iniziative unitarie nel caso in cui il governo dovesse decidere diversamente.
"Siamo dell'opinione che il presidente dell'Inps dovrebbe occuparsi dei problemi dell'Inps e non di dettare le regole del sistema - sottolinea la leader della Cgil, Susanna Camusso, a margine dell'incontro dei sindacati del G7 in corso alla Reggia di Venaria nell'ambito del summit sul Lavoro - per noi il tema prioritario è dare risposte sia alle pensioni per giovani sia non continuare una rincorsa sulle aspettative di vita e quindi costruire forme di flessibilità. Se non ci saranno risposte in questa direzione decideremo cosa fare".
Una posizione condivisa dal leader della Uil, Carmelo Barbagallo, che ricorda: "Abbiamo già detto che non staremo fermi, che faremo delle iniziative unitarie per convincere non Boeri, ma il Governo, che quella è una misura che andava bene prima della Fornero, ma che oggi aggrava la situazione. Oltretutto - osserva - l’aspettativa di vita è diminuita e quella norma non prevede adeguamenti in discesa".
"Non dobbiamo stare fermi - ribadisce anche la leader della Cisl, Annamaria Furlan - credo che non vada cancellata ma rivisitata la norma sull’aspettativa di vita. Lavorare 40-42 anni in un altoforno non sempre garantisce una garanzia vita fino a 85 anni. Dobbiamo, di qui, ripartire da un’analisi completa di qual è l’aspettativa di vita per ogni lavoratore e rispetto a ogni mestiere".