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Lavoro: Corso, con nuova legge ulteriore promozione smart working

Lavoro: Corso, con nuova legge ulteriore promozione smart working
06 aprile 2017 | 15.26
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"Questa nuova legge, che si inserisce in un quadro normativo italiano che su questa materia era già adeguato, e che infatti ha favorito una diffusione ampia, sarà un'ulteriore promozione dello smart working". Così, in un'intervista a Labitalia, Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, parla del ddl sulla tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale, che include anche le misure per favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato, il cosiddetto 'smart working', che è tornato al Senato, in terza lettura.

"L'iter normativo - ricorda - ha visto una importante riscrittura al Senato, poi un passaggio alla Camera, che ha migliorato e arricchito ulteriormente il testo, ora è passato al Senato per l'approvazione in via definitiva, che si prevede a giorni. Dopo di che diventerà legge, una legge che enuncia dei diritti e dei principi e non invece delle sanzioni e degli obblighi". Per Corso, le nuove norme "aiuteranno a superare quelli che oggi sono dei vincoli di natura culturale, soprattutto di una cultura manageriale ancora debole, in particolare nelle pmi e nelle pubbliche amministrazioni, dove c'è del pregiudizio nei confronti della capacità del lavoratore di assumersi le proprie responsabilità e quindi di essere poi valutabile in base al risultato".

"Si tratta di un disegno di legge - spiega il responsabile scientifico dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano - estremamente significativo, non tanto perché introduca obblighi o sanzioni ma, appunto, perché introduce importanti principi. Innanzitutto - prosegue - chiarisce che dal punto di vista del trattamento economico lo smart worker, il lavoratore che adotta un modello di 'lavoro agile', ha in tutto gli stessi diritti. Chiarisce, poi, che si tratta di una misura non solo di conciliazione tra vita privata e vita lavorativa, ma che è anche, nell'essenza, una misura che serve all'aumento di produttività e di valore per l'azienda e per la persona".

"Inoltre, definisce anche alcuni importanti nuovi diritti del lavoratore, che vanno dal diritto all'apprendimento continuo - aggiunge - al diritto alla disconnessione, fino ad alcuni diritti molto pratici, ad esempio la tutela della sicurezza, nell'ambito da un lato di una corretta prudenza da parte del lavoratore e, dall'altro, di una corretta formazione e informazione da parte dell'azienda; diritti che vengono tutelati indipendentemente dal fatto che il lavoratore sia in ufficio nella normale postazione di lavoro o in un altro luogo".

Ma in cosa consiste il 'lavoro agile'? "Nella sua essenza, lo smart working - risponde Corso - è un nuovo modello di organizzazione del lavoro basato su un principio semplice, cioè la restituzione alle persone di autonomia nella scelta delle modalità di lavoro, in termini di spazio, orari e in certa misura anche strumenti, a fronte di una loro maggiore responsabilizzazione".

"In Italia lo smart working è un fenomeno in rapidissima diffusione. Dalle nostre rilevazioni come Osservatorio, emerge come in un anno soltanto c'è stato quasi un raddoppio, un passaggio dal 17% al 30% nel numero delle grandi imprese che hanno al loro interno delle iniziative strutturate", assicura. "Diversa è oggi la diffusione tra le piccole e media imprese, in cui le iniziative strutturate sono chiaramente molte meno; però, in un solo anno, è passato dal 48% al 27%, quindi è quasi dimezzato, il numero delle pmi che non conoscono questo fenomeno oppure lo reputano non adeguato e quindi non applicabile a loro", conclude Mariano Corso.

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