Il presidente: "La realizzazione italiana del Piano non è completa adesso ci aspetta la terza fase, quella della messa a terra, in contesto che non risulta così disastroso né a livello di sistema Europa, né a livello di sistema Paese"
Il Tavolo tecnico del primo trimestre 2023 del Progetto 'Next Generation Eu - EuroPA Comune' dal titolo 'Gestione e monitoraggio dei Progetti: le novità introdotte da Decreto Pnrr Ter per velocizzare l’attuazione degli investimenti, ha fatto il punto sui possibili sviluppi del Pnrr nel prossimo anno, anche alla luce delle modifiche normative previste, e sulle modalità sono da attuare per il monitoraggio delle piccole e medie opere.
Ad aprire il tavolo, Nicola Tonveronachi, amministratore delegato di Centro studi enti locali che ha introdotto l’incontro parlando del contesto che l’Europa si è trovata ad affrontare, che vede il caro energia e il caro materiali tra le criticità principali che hanno portato alla definizione del nuovo strumento del RepowerEu. Tonveronachi ha evidenziato anche come l’iniziale scetticismo nei confronti dell’Italia per quanto riguardava il raggiungimento di milestone e target del piano sia stato ormai superato, per lasciare spazio alla soddisfazione, soprattutto tra gli operatori della pubblica amministrazione. “La realizzazione italiana del Piano però - ha precisato - non è completa adesso ci aspetta la terza fase, quella della messa a terra, in contesto che non risulta così disastroso né a livello di sistema Europa, né a livello di sistema Italia”.
Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio di Firenze, ha portato al tavolo l’esperienza delle imprese, per le quali la partecipazione ai bandi Pnrr risulta sempre più complicata, a causa dell’utilizzo di tariffari non aggiornati, che non rende conveniente per le imprese parteciparvi. Il presidente della Camera di commercio fiorentina vede comunque degli spunti di miglioramento con la semplificazione della governance introdotta dal nuovo decreto, che non prescinde però dall’esigenza di prestare una particolare attenzione al monitoraggio sulle filiere dove le imprese prendono gli appalti. Bassilichi ha evidenziato come un contributo straordinario come quello del Pnrr non abbia spesso incontrato una risposta altrettanto straordinaria “Stiamo lavorando con lo stesso organico di prima, su una macchina già appesantita con un carico straordinario”, risposta alla quale le imprese chiedono di partecipare, ma con condizioni di mercato giuste.
Luca Mattia, dirigente del Mef, Ufficio II Servizio centrale per il Pnrr, ha fatto luce sui punti chiave del nuovo decreto e sugli obiettivi del Ministero. L’obiettivo del Mef per il 2023 è quello di riuscire a concludere i contratti per poi procedere con la messa a terra nel 2024. Il dirigente Mef è intervenuto anche sul tema dei prezzari, segnalando l’istituzione di un fondo ad hoc, il Fondo opere indifferibili, che mira proprio ad allineare i costi ai nuovi tariffari. Altro snodo importante del nuovo decreto è il potenziamento della governance del piano: “Il Mef ha affrontato il tema della carenza amministrativa rafforzando gli enti territoriali, mettendo in piedi un sistema di assistenza tecnica, anche con l’aiuto del Ministero dell’Interno, per offrire supporto agli enti con gli adempimenti, il monitoraggio e la rendicontazione”. A questo scopo, sono state previste ulteriori risorse a favore dei Comuni anche nella legge di bilancio, per permettere di acquisire servizi di supporto e assistenza tecnica.
Mattia ha affrontato anche il tema del RepowerEu, per il quale l’Italia dovrà presentare la propria proposta nei prossimi mesi, “un’occasione per revisionare il piano, ma che offre meno margini per eventuali ritardi”.
Antonello Sala, ingegnere responsabile settore acquedotto Brianzacque, è intervenuto per condividere l’esperienza di Brianzaque con il Pnrr, riconoscendo che le difficoltà incontrate sono state molteplici ma che non si discostano da quelle gestite quotidianamente dall’azienda pubblica brianzola: “Per noi il problema è stato il ricalcolo dei costi, il Pnrr è arrivato proprio nel momento in cui si affrontava l’aumento dei prezzi”. Un’altra difficoltà incontrata dall’azienda è stata l’assunzione di personale: “Se noi vogliamo assumere personale dobbiamo farlo a termine, per non sovraccaricare gli enti quando la bolla del PNRR finisce”.
Valerio Valla, fondatore e ceo Studio Valla, esperto di sviluppo locale, di programmi comunitari e di fondi strutturali, è intervenuto ponendo l’accento sulla programmazione che riguarda i fondi strutturali. Valla ha ricordato che, dei 65 miliardi di euro a disposizione dell’Italia, al 31 dicembre 2022 la spesa era ferma al 54%, contro una media europea del 69%.
A questo, si aggiunge poi la programmazione del nuovo bilancio europeo: “Sostanzialmente abbiamo una somma di fondi a disposizione, a cui si aggiunge un cofinanziamento nazionale, per il periodo 2021-2027 sono 76 miliardi di euro a disposizione dell’Italia, che sommati al Pnrr e al Pnc sono circa 300 miliardi”. Valla ha poi concluso l’intervento evidenziando come l’Italia sia in ritardo con la spesa e invitando ad una riflessione non solo sulla spesa ma anche sulle modalità della stessa.
Andrea Mazzillo, economista, esperto di finanza locale presso la sezione Autonomie della Corte dei conti, ha sottolineato la crucialità del Pnrr, un piano che, non richiedendo cofinanziamenti specifici, e permettendo, quindi di finanziare integralmente i progetti, può risolvere le criticità incontrate dagli enti nello spendere le risorse. Un aspetto molto importante affrontato da Mazzillo, riguarda il tema della coesione territoriale: “La parte di infrastrutture sociali, aspetto che riguarda principalmente gli enti locali, è la principale candidata ai finanziamenti Pnrr. I target aumentano notevolmente, l’ottenimento di obiettivi di incidenza territoriale è all’ordine del giorno”.
L’economista si è espresso anche sul tema del monitoraggio da parte della Corte: “Vi sono diversi organi che si occupano di monitorare l’avanzamento del piano. La delibera 18 offre uno spunto interessante, perché si cerca di parlare del controllo concomitante ma si cerca di prevenire anche le criticità. Si cerca di individuare le variabili per individuare enti più a rischio rispetto ad altri. La maggior parte dei comuni, tuttavia, non presenta criticità particolari”.
Livio Lai, responsabile Area formazione finanziata e assistenza tecnica, Centro studi enti locali, ha fatto una panoramica dei bandi attivi e delle loro scadenze, invitando a porre particolare attenzione al prestito green, messo a disposizione da Cassa depositi e prestiti: “Si tratta di 200 milioni, a tasso agevolato, a disposizione degli enti, per interventi ad impatto ambientale e sociale positivi”.