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Mineracqua: "L'acqua minerale si acquista sempre di più al discount"

Il vicepresidente Fortuna: "Le nostre imprese operano concretamente in sostenibilità"

Ettore Fortuna vicepresidente Mineracqua
Ettore Fortuna vicepresidente Mineracqua
30 gennaio 2024 | 21.18
LETTURA: 3 minuti

“Non abbiamo ancora dati consuntivi del 2023, ma attendibili stime ci dicono che nel corso dell’anno passato il mercato ha registrato una flessione del 3/4% ‘a volume’ a causa di un andamento climatico anomalo e un aumento del 7% ‘a valore’”. A dirlo in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Ettore Fortuna, vicepresidente Mineracqua.

“Un dato significativo - fa notare - è quello dei discount il cui segmento nel 2023 è cresciuto tra il 7 e l’8%, a riprova della ridotta capacità di spesa delle famiglie. In questo contesto, l’export rimane uno sbocco importante per le nostre imprese: su una produzione annua di 16,5 miliardi di litri, circa 1,6 miliardi sono esportati, con un saldo commerciale positivo superiore ai 600 milioni di euro.”

“Ogni acqua - osserva - ha delle caratteristiche proprie a seconda della provenienza e della conformazione orografica, particolarmente favorevole al conferimento all’acqua di differenti caratteristiche di minerali (rocce granitiche, dolomitiche, vulcaniche, ecc…). A seconda delle proprie esigenze e del proprio stile di vita è consigliabile scegliere l’acqua minerale più adatta”.

“Bere - ricorda - è un gesto tanto apparentemente scontato quanto importante; l’acqua ha, infatti, un ruolo vitale per il corpo umano ed è fondamentale per il corretto svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi che assicurano la vita. Bere acqua in genere e bere acqua di qualità è importante per la promozione e la salvaguardia della salute. Inoltre, è fondamentale per una corretta idratazione, soprattutto nei bambini, nelle donne e negli anziani il cui stimolo della sete si riduce con l’età”.

“Diversi ristoratori - sottolinea Ettore Fortuna - scelgono di servire ai clienti acqua potabile filtrata, la questione che ci permettiamo di sollevare è per quale motivo è necessario filtrare l’acqua, se l’acqua potabile è di ottima qualità come viene ripetutamente affermato dagli acquedotti? E poi, siamo sicuri che il processo di trattamento migliori davvero l’acqua del rubinetto?”.

“Bisogna innanzitutto chiarire - afferma- che acque minerali naturali e acque potabili sono acque diverse, disciplinate da leggi diverse, con origini e caratteristiche distinte. L’acqua minerale proviene da un giacimento profondo, protetto ed incontaminato”.

“E’ pura - spiega - batteriologicamente all’origine e non è soggetta a trattamenti di disinfezione, oltre ad essere imbottigliata all’origine. L’acqua di rubinetto ha, invece, origini diverse, anche da laghi e fiumi, e proprio per questo motivo deve essere soggetta a trattamenti di potabilizzazione e di disinfezione. Anche i parametri da rispettare sono diversi e l’acqua potabile, se non rispetta i limiti fissati dalla legge per alcuni contaminanti, può ricevere dal Ministero della Salute la deroga a poter essere ugualmente distribuita”.

“La sostenibilità e l’innovazione - sostiene - sono ormai due aspetti inscindibili e su cui le nostre aziende stanno lavorando da diversi anni. L’80% delle nostre vendite è in plastica, e più precisamente in Pet -Polietilene tereftalato, una plastica dalle caratteristiche uniche e riciclabile al 100%; grazie al Pet realizziamo concretamente l’economia circolare attraverso il sistema ‘bottle to bottle’ che consente di partire da una bottiglia post-consumo per realizzarne un’altra nello stesso materiale riciclato”.

“Le nostre imprese - spiega - operano concretamente in sostenibilità: ne è conferma la circostanza che negli ultimi quindici anni, a fronte di una crescita di consumi di circa il 30%, la quantità di Pet (Polietilene tereftalato, l’unica plastica che utilizziamo per le nostre bottiglie) che immettiamo sul mercato è rimasta invariata e ciò grazie alla riduzione del peso delle bottiglie. Questa riduzione, con la conseguente immissione sul mercato di minor quantità di plastica, stimata nell’ordine del 35/40%, si è potuta realizzare grazie a massicci investimenti in tecnologia avanzata e in eco-design”.

“Ci teniamo - avverte Fortuna - a sottolineare questo aspetto e cioè l’attenzione che poniamo sulla sostenibilità, perché ci stiamo lavorando da quando il tema della “sostenibilità” non era ancora all’ordine del giorno, mentre oggi si verificano sempre più spesso, in tutti i settori industriali, fenomeni di greenwashing: viene utilizzata la leva della sostenibilità per fini di comunicazione o marketing. In questo senso, auspichiamo che la nuova Direttiva sul greenwashing in discussione a Bruxelles possa aiutare a mettere dei paletti sui claims di carattere ambientale, a tutela del consumatore e di tutte quelle imprese che operano correttamente”.

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