La Cina guarda con grande interesse alle tecnologie e al know how italiani nel settore della lotta allo spreco alimentare. "L'Italia ha una grande esperienza nella protezione dell'ambiente e la Cina ha bisogno della tecnologia italiana": a dichiararlo, il senatore della Repubblica Popolare Cinese Zhu Yuhua, presidente della Camera di Commercio in Italia della provincia dello Jiangxi, presente alla firma di oggi, a Ecomondo, della convenzione tra l’associazione nazionale Sprecozero.net e il ministero dell’Ambiente per sostenere e promuovere la rete di enti locali impegnata nella diffusione di buone pratiche contro ogni spreco.
Con la convenzione il Governo conferma per il prossimo triennio il sostegno all’associazione Sprecozero.net (la prima rete di enti locali contro lo spreco operante dal 2014 e fondata da Stefano Mazzetti e Andrea Segrè) per il suo impegno contro lo spreco alimentare (e non solo) e per la promozione dell’economia circolare a livello nazionale ma anche internazionale. Il ministero dell’Ambiente (tra i sostenitori di Sprecozero.net sin dalla sua fondazione insieme all’Anci) ha infatti individuato nel network degli enti locali un veicolo di promozione internazionale del modello italiano per la sostenibilità ambientale. E ora, Sprecozero.net è pronta a portare il modello di collaborazione tra amministratori locali anche in Cina.
La presenza di oggi del senatore Zhu Yuhua sancisce infatti la collaborazione, con la rete Sprecozero.net, di diverse Municipalità cinesi della provincia Jiangxi. Collaborazione che mira alla futura adesione delle stesse a SprecoZero. Il presidente di Sprecozero.net Stefano Mazzetti e il senatore della ZhuYuhua, in collaborazione con il ministero dell’Ambiente italiano, da tempo collaborano per la diffusione del modello Sprecozero.net in Cina. Questo primo passo rafforza l’impegno comune di esportare il modello di sostenibilità ambientale italiano anche nello Jiangxi, provincia di 46 milioni di abitanti, che oggi si propone di diventare provincia pilota sull’ambiente in tutta la Cina, rifacendosi proprio all’esperienza italiana.