Le parole della South African Medical Association: "Sintomi lievi"
La variante Omicron, individuata anche in Italia con un caso in Campania, probabilmente è più contagiosa. I sintomi, però, appaiono lievi. A far luce sulla variante e sulle sue caratteristiche contribuisce la la South African Medical Association (Sama), l'associazione medica del Sudafrica. Nel paese, dove la variante è stata scoperta, i positivi hanno manifestato sintomi "insoliti ma lievi". In un'intervista alla Bbc la presidente dell'Associazione, Angelique Coetzee, spiegando che la ricerca sulla variante è ancora in una fase iniziale, ha detto che "i pazienti si lamentano principalmente di un corpo dolorante e stanchezza, estrema stanchezza, e lo vediamo nelle giovani generazioni, non nelle persone anziane". La Coetzee ha sottolineato che solo il 24% della popolazione del Paese è completamente vaccinato.
Tuttavia, nei commenti ad altri media, la Coetzee ha espresso preoccupazione per gli effetti che la variante potrebbe avere sulle persone anziane con malattie cardiache o diabete. I sintomi della nuova variante sono "insoliti ma lievi", ha aggiunto la presidente del Sama. La variante Omicron si è manifestata per la prima volta proprio in Sudafrica all'inizio di novembre.
In Italia, si esprime il professor Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico. La variante Omicron appare "rapida nella diffusione, ma non sappiamo se sia capace di provocare una malattia grave. Il vaccino, ora più che mai, resta fondamentale, unito all'uso della mascherina".
"Non è chiaro ad oggi se questo ceppo avrà maggior capacità di provocare malattia grave -spiega Locatelli - Ma l'attenzione deve essere mantenuta al livello più elevato e bene ha fatto per primo il ministro Speranza, seguito poi dagli altri Ministri Ue, a interrompere tempestivamente accessi e voli dagli 8 Paesi che ne sono stati investiti".
Quanto alla resistenza ai vaccini della nuova variante, "è la domanda cruciale - dice Locatelli - La presenza di mutazioni nelle regioni della proteina Spike riconosciuta dagli anticorpi o dalle cellule T linfocitarie potrebbe ridurre parzialmente l'efficacia dei vaccini. Tuttavia, solo ulteriori valutazioni ci daranno una risposta fondata sull'evidenza".