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Proteste pro Gaza nelle università Usa, Biden: "No a violenza e antisemitismo"

Il presidente: "Le proteste pacifiche sono protette". A tre ore dalla prima irruzione, la polizia ha preso il controllo del campus occupato dell'Ucla: 209 arresti. Cnn: "Agenti hanno sparato proiettili di gomma". Alta tensione negli atenei statunitensi

Dimostranti pro Gaza nell'Università della California occupata - Afp
Dimostranti pro Gaza nell'Università della California occupata - Afp
02 maggio 2024 | 11.14
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"Le proteste pacifiche sono protette, ma non quelle violente". Lo ha detto Joe Biden in un suo intervento dalla Casa Bianca sulle proteste in corso in decine di università americane contro la guerra a Gaza, che stanno portando ad interventi di sgombero da parte della polizia, come è successo oggi alla Ucla di Los Angeles e ieri alla Columbia di New York. "Non ci deve essere posto in nessun campus, non ci deve essere posto in America per l'antisemitismo o le minacce di violenza contro gli studenti ebrei", ha quindi aggiunto Biden, ribadendo che non c'e' posto per "razzismo, linguaggio d'odio che sia antisemitismo o islamofobia".

"Abbiamo tutti visto immagini che mettono alla prova due principi fondamentali americani", ha detto ancora il presidente riferendosi alle immagini degli sgombri nelle università occupate. "Il primo è il diritto alla libertà di espressione e di riunirsi pacificamente per far sentire la propria voce, il secondo è il rispetto della legge, entrambi devono essere mantenuti", ha continuato Biden che finora non era formalmente intervenuto sulle proteste contro la guerra a Gaza, che rischiano di creargli gravi problemi con il voto degli elettori più giovani, che è stato cruciale per la sua vittoria nel 2020.

Si era limitato, lo scorso 22 aprile, a condannare quelle che definiva 'proteste antisemite" ma anche "chi non capisce quello che stanno sopportando i palestinesi". "Noi spesso ci troviamo a fronteggiare momenti del genere, perché siamo una grande, diversa nazione che ama la libertà di pensiero e la libertà", ha detto ancora, affermando che questo non è il momento di fare "giochi politici, ma è il momento della chiarezza". "E' fondamentalmente una questione di giustizia", ha concluso, ribadendo di difendere il diritto di protestare ma non quello di provocare caos.

Ai giornalisti che gli chiedevano, mentre usciva dalla sala finito il suo intervento senza concedere domande alla stampa, se le proteste degli studenti lo stanno costringendo a rivedere le sue politiche in Medio Oriente, Biden ha poi risposto "no".

Biden si è poi detto contrario alle proposte, avanzata dai repubblicani, di inviare la Guardia Nazionale per reprimere le proteste. Nel primo intervento del presidente dem da quando sono iniziate le contestazioni, Biden non ha preso le domande dei giornalisti ma si è limitato a rispondere un altro "no" ad un cronista che gli ha urlato, mentre usciva dalla sala, se ritenesse opportuno un intervento della Guardia Nazionale. Vandalismo, violazioni di proprietà privata, finestre rotte, far chiudere campus, cancellando lezioni e diplomi, intimidazioni e minacce, niente di questo sono proteste pacifiche", ha detto ancora il presidente. "C'e' il diritto di protestare, ma non il diritto di creare caos", ha aggiunto, sottolineando che "non siamo uno stato autoritario che silenzia le persone e reprime il dissenso, ma non siamo neanche un Paese senza legge".

Ucla, campus sgomberato: 209 arresti

Sale a 209 il numero delle persone arrestate dalla polizia di Los Angeles durante lo sgombro dell'accampamento pro Gaza nel campus dell'Ucla. Lo riportano fonti delle forze dell'ordine citate da Nbcnews, che non specificano quanti studenti e docenti vi siano tra gli arrestati. Il portavoce della California Highway Patrol, Alejandro Rubio, ha detto alla Cnn che i dimostranti hanno lanciato estintori e bottiglie d'acqua contro la polizia, ma nessun agente è rimasto ferito. Un altro portavoce ha confermato che sono state "usate granate stordenti, sparante in aria, per spingere i ragazzi a prestare attenzione e capire che era arrivato il momento di sgombrare".

Dopo tre ore dall'inizio dello sgombero dell'accampamento dei dimostranti pro Gaza, la polizia di Los Angeles ha preso il controllo del campus dell'Ucla , riferiva la Cnn, riportando che l'accampamento è stato sgomberato e smantellato e la polizia ha caricato i dimostranti arrestati sugli autobus. Nell'ultima carica della polizia prima dello sgombero sarebbero stati sparati dagli agenti proiettili di gomma, spiegava la troupe della Cnn che si trova nell'università dove ha visto un gruppo di agenti che cercavano di raggiungere l'accampamento attraverso la Royce Hall.

La California Highway Patrol era intervenuta, in tenuta anti sommossa e maschere anti-gas, mentre gli studenti cercavano di barricare le proprie posizioni, dopo il primo sgombro avvenuto nelle ore scorse.

La prima irruzione della polizia nell'accampamento era avvenuta nella notte, ha riferito la Cnn, secondo cui l'uscita degli agenti - contro cui urlavano i dimostranti - è avvenuta senza incidenti e solo una piccola presenza era rimasta all'esterno del perimetro dell'accampamento.

Secondo quanto riportato, l'intervento sarebbe stato preceduto dal lancio di una granata stordente. "La polizia ha lanciato un 'flashbang', quasi come una tecnica di distrazione, mentre avviava la sua operazione per smantellare l'accampamento", ha riferito la corrispondente di SkyNews. In precedenza le forze dell'ordine avevano chiesto via altoparlante ai manifestanti di lasciare il posto, dopo aver dichiarato illegale l'accampamento. I dimostranti nel campus di Los Angeles dell'Università della California, continuano intanto a urlare "Non ce ne andremo".

Diverse agenzie per la sicurezza hanno inviato sul posto le loro unità con compiti specifici: al Dipartimento di Polizia di Los Angeles è affidato l'incarico di mettere in sicurezza il perimetro, alla California Highway Patrol il compito di entrare nell'accampamento, il dipartimento dello sceriffo di Los Angeles è invece responsabile del controllo sulla folla. Le forze dell'ordine sul posto sono dotate di dispositivi di protezione, comprese maschere antigas, secondo le fonti citate dall'emittente.

Ieri scontri tra gruppi di manifestanti filo israeliani e filo palestinesi sono scoppiati nel campus di Los Angeles. "Sono avvenuti orribili atti di violenza e abbiamo immediatamente chiamato la polizia", ha detto la vice rettrice. Un giornalista che lavora per il "Daily Bruin", giornale dell'università, ha riferito che i manifestanti filo Israele hanno lanciato "petardi, uno scooter, bottiglie d'acqua e gas lacrimogeni" contro il gruppo avverso.

Arrestati centinaia di manifestanti

Centinaia di manifestanti sono stati arrestati nelle ultime 24 ore durante le proteste che stanno infiammando i campus universitari negli Stati Uniti. Anche se le richieste dei manifestanti variano da università a università, la maggior protesta contro la guerra a Gaza e chiedono di disinvestire dalle aziende che sostengono Israele.

Università dell'Arizona: mercoledì le forze dell'ordine hanno usato palline di pepe e proiettili di gomma contro i manifestanti, ha detto l'università in una nota.

A New York, circa 300 persone sono state arrestate nell'operazione di polizia condotta per sgomberare i campus della Columbia e del City College dai manifestanti pro Gaza. Ancora da capire quanti di coloro che occupavano la Hamilton Hall della Columbia fossero studenti e quanti no. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha denunciato "un movimento per radicalizzare i giovani...non permetterà che questo accada".

"Sono ragazzini viziati che pensano di poter fare quello che vogliono. Nessuna responsabilità, nessuna conseguenza, coperti da docenti che la pensano come loro". Con questa dichiarazione polemica John Chell, il capo delle pattuglie della polizia di New York che ha partecipato a guidare lo sgombero della Columbia, liquida il movimento di protesta pro Gaza che dall'ateneo newyorkese si è allargato alle università di tutto il Paese.

Chell rivendica poi - in un'intervista a NewsNation - che la polizia newyorkese ha "dato il tono" alla reazione alle proteste "illegali", lodando il modo "ammirevole" in cui gli agenti hanno sgombrato, ieri mattina, l'accampamento di Columbia.

Un'azione che è stata invece contestata da Tiffany Caban, del consiglio comunale di New York, come "autoritaria" e "vergognosa". Parole che sono state liquidate come "spazzatura" dal poliziotto che ha accusato Caban di "odiare la nostra città".

Fordham University: almeno 15 persone sono state arrestate dopo che decine di manifestanti hanno allestito un accampamento all'interno dell'edificio Lowenstein dell'università, secondo una dichiarazione della scuola che ha chiesto al Dipartimento di Polizia di New York di essere nel campus almeno fino al 22 maggio.

Università di Buffalo: circa 16 persone sono state arrestate mercoledì sera dopo una protesta filo-palestinese al North Campus dell'università, ha detto la scuola in un comunicato.

Dartmouth College: Novanta persone sono state arrestate durante la protesta filo-palestinese di mercoledì con l'accusa di aver commesso reati tra cui violazione di domicilio e resistenza all'arresto, ha detto la polizia della città di Hanover nel New Hampshire.

Università del Texas a Dallas: almeno 17 arresti sono stati effettuati nel campus mercoledì sera, hanno detto i funzionari della scuola.

Università del Wisconsin-Madison: diversi manifestanti sono stati arrestati mercoledì, ha detto il cancelliere Jennifer L. Mnookin in una lettera alla comunità del campus.

La polizia ha iniziato lo sgombero della biblioteca della Portland State University, occupata da lunedì scorso. Prima dell'inizio dell'azione della polizia, le autorità dell'università hanno inviato a tutti gli studenti un avviso in cui si comunicava che "la Millar Library è chiusa, nessuno è autorizzato ad entrare, chiunque rimanga al suo interno è in violazione di proprietà privata".

La polizia ha spiegato che la decisione di sgombrare è stata presa, in collaborazione con i vertici dell'ateneo, dopo che "numerosi tentativi di avviare un dialogo con gli occupanti" non hanno avuto esito positivo.

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