Il presidente della Cei: "Farò tutto il possibile per non accettare passivamente la guerra" ma si chiude dietro a un "no comment" a chi chiede se si recherà sia a Kiev che a Mosca
Il cardinale Matteo Zuppi, scelto dal Papa per la missione di pace in Ucraina, si accinge alla missione "con tanta sofferenza", per portare la "vicinanza" della Chiesa e "alleviare le conseguenze di una terribile situazione e aiutare come sarà possibile tutto ciò che favorisca il dialogo, qualunque cosa per non accettare passivamente la guerra". Lo ha sottolineato lo stesso presidente della Cei ai margini della conferenza stampa nella quale ha tirato le somme della 77esima Assemblea generale dei Vescovi.
La missione voluta da Papa Francesco, ha osservato ancora, è pensata per "manifestare la presenza" della Chiesa, "è questo il vero contenuto. Non possiamo assistere alla guerra senza dire che siamo vicini alle vittime". Alla domanda se si recherà a Kiev e a Mosca, il porporato ha glissato con un "no comment".
Un "incarico", quello che gli è stato affidato dal Papa, di cui Zuppi sente "il peso ma c'è il sostegno di tantissimi che soffrono nel vedere un conflitto di queste dimensioni". Cosa è mancato finora? "Sicuramente sarà mancato qualcosa - dice -. Bisogna cercare quello che manca ancora".